Nico D’Aversa e Giuseppe Montanaro hanno ammesso di avere rapinato e picchiato l’anziano nella casa di via Massafra. Era la primavera dello scorso anno. Le violenze, secondo i due, furono la reazione per uno spavento legato alla presenza di un’arma (a salve) con cui l’anziano si rivolse agli intrusi e al fatto che il cane abbaiava nei loro confronti. D’Aversa e Montanaro hanno reso queste dichiarazioni spontanee nell’udienza in tribunale a Taranto, oggi. Il processo è quello, con vari episodi contestati e vari capi d’imputazione, nei confronti di otto persone (di cui cinque in carcere) e che ha nella morte di Marianna Brigida, la novantunenne trovata cadavere in casa sua nel centro storico di Martina Franca la mattina dell’8 maggio 2013, il caso più grave.
Nell’udienza odierna si è proceduto ad acquisire testimonianze e, appunto, c’è stata la dichiarazione spontanea dei due imputati, in relazione alla rapina violenta nei confronti dell’anziano derubato e picchiato, una sera, in casa sua, via Massafra. Finì in ospedale, dopo essere stato preso a bastonate (questa la ricostruzione che venne fatta dell’accaduto). Derubato di poco o nulla.
Ancora: la Cassazione ha annullato, con rinvio, il provvedimento di carcerazione di Mattia Cardone, uno degli imputati. Il 18 novembre, dunque, il tribunale del riesame di Taranto deciderà se per Cardone sia possibile uscire di galera. Il suo legale, Gaetano Cimaglia, eccepisce rispetto alla procedura seguita per arrestare Cardone, questo: due interrogatori sono stati compiuti dalla polizia (a metà anno scorso) senza la presenza del legale.
Prossima udienza del processo-Brigida, il 13 gennaio. Quando si entrerà, con ogni probabilità, nel cuore della vicenda legata alla morte di Marianna Brigida.