Il commissario per la concorrenza dell’Unione europea chiede, praticamente, all’Ilva di annullare i provvedimenti governativi. Compresi quelli per il risanamento ambientale. Perché, nella logica europea, chi inquina paga e non deve essere un governo a pagare per un privato. Sarebbero aiuti di Stato, sarebbe violato un principio della concorrenza. Cinque quesiti posti, con la lettera al governo italiano, perché l’esecutivo faccia capire, entro il 20 novembre, che non si è trattato di aiuti di Stato. Qualora dall’Unione europea dovesse aprirsi una procedura di infrazione, a fortissimo rischio il prestito ponte da 125 milioni di euro promesso dalle banche, e anche il destino dei fondi sbloccati, da 1,2 miliardi di euro. La situazione si complica maledettamente.