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Acciaierie d’Italia: fino ad un anno di cassa integrazione straordinaria per un massimo di tremila lavoratori Accordo firmato nel pomeriggio: non da Uilm né Usb

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Fim Cisl, Fiom Cgil, Ugl e Fismic hanno firmato. Uilm ed Usb no. Il nodo riguarda le garanzie per i 1600 di Ilva in amministrazione straordinaria.

Di seguito un comunicato diffuso da Fim-Cisl:

Questo pomeriggio presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in videoconferenza con la Direzione dei rapporti di lavoro e delle relazioni industriali, si è svolto l’incontro conclusivo per l’espletamento dell’esame congiunto della procedura di cassa integrazione straordinaria richiesto da Acciaierie d’Italia, con nota del 24 febbraio 2023.

Dopo 20 ore complessive di trattativa Fim, Fiom, Ugl e Fismic hanno sottoscritto l’accordo a far data dal 28 marzo 2023, per la durata massima di 12 mesi e comunque nel rispetto del limite normativo di durata massima del trattamento nel quinquennio mobile. Il trattamento di Cigs per riorganizzazione aziendale richiesto da Adi, interessa una platea massima di 3.000 lavoratori che potranno essere contemporaneamente posti in Cigs, in base alle esigenze tecnico produttive ed organizzative.

La sospensione del personale non direttamente impegnato in produzione interverrà per quelle funzioni la cui attività risulterà non indispensabile per effetto dei volumi dell’attività produttiva. A tal proposito, è stato concordato che l’azienda e le Rsu si incontreranno in sede aziendale al fine di consentire il costante monitoraggio sull’utilizzo dello strumento della Cigs. L’azienda, in presenza di personale fungibile, per qualifica e livello di inquadramento nel reparto/ufficio oggetto di parziale o totale sospensione dell’attività lavorativa per l’intervento dell’ammortizzatore sociale, al fine di distribuire in modo equo il ricorso alla Cigs, attuerà le sospensioni applicando il criterio della rotazione, fatte salve esigenze tecnico produttive e/o di sicurezza e gli effetti di eventuali internalizzazioni. L’attuazione della rotazione verrà monitorata tra le parti mediante appositi incontri tra azienda e Rsu che saranno calendarizzati con cadenza quindicinale nella sede di Taranto e mensile nelle altre sedi. L’azienda riconoscerà ai lavoratori posti in Cigs la piena maturazione della Tredicesima mensilità in relazione ai periodi di intervento dell’ammortizzatore sociale.

Acciaierie d’Italia ha dichiarato al tavolo che lo strumento della Cigs richiesto è volto a garantire la continuità ed il rilancio dell’attività aziendale nonché la salvaguardia dei livelli occupazionali. Il Ministero delle imprese e del made in Italy (Mimit), ha preso atto delle richieste delle organizzazioni sindacali di convocare un tavolo ministeriale sul piano industriale dell’azienda. A tal proposito, le organizzazioni sindacali hanno evidenziato che lo strumento della Cigs è rivolto ai lavoratori di Acciaierie d’Italia e hanno sottolineano l’urgenza di avviare presso il Mimit un confronto sul Piano industriale e sull’efficacia dell’accordo sottoscritto dalle parti in data 6 settembre 2018, a partire dalla tutela occupazionale dei lavoratori di Ilva in Amministrazione Straordinaria.

«L’intesa raggiunta oggi – dichiara il segretario nazionale della Fim Cisl, Valerio D’Alò – segna per noi un passo importante di riavvio delle relazioni con un’azienda che era sorda agli incontri con il sindacato, ma che ora torna a confrontarsi con noi, intavolando le opportune trattative. I punti importantissimi che sono all’interno di questa intesa è che non ci sono esuberi. È una procedura di Cigs con cui gestire la fase di contrattura».

La firma dell’accordo porterà sollievo economico ai lavoratori costretti alla Cigs.

«Viene riconosciuta la tredicesima che non è sicuramente da poco, per chi per anni non ha potuto fare neanche i regali di Natale. L’accordo garantisce non solo una rotazione più equa – spiega D’Alò – ma anche una gestione attraverso un confronto serrato con le Rsu su tutti quelli che sono gli aspetti che noi abbiamo segnalato nel tempo e denunciato negli anni in cui la cassa integrazione, accordo o non accordo, veniva sempre concessa dal Ministero e a noi era precluso qualsiasi spazio di trattativa».

Per la Fim Cisl, con questa intesa si riavvia un percorso fondato sulle relazioni sindacali.

«È sbagliato – precisa Valerio D’Alò – voler legare due aspetti importanti, come possono essere, da una parte la cassa integrazione per Adi, dall’altra il destino di Ilva in AS. Non è un mistero che il sindacato continua a chiedere al ministro Adolfo Urso e quindi al Mimit risposte occupazionali certe per quei lavoratori. Abbiamo sempre denunciato che i patti parasociali sono stati cambiati dal Governo Conte 2, in un accordo sconosciuto alle organizzazioni sindacali. Questa intesa ci dà lo stimolo perché quella discussione, che deve iniziare seriamente con il ministro Urso, prenda un avvio al più presto. Su questo siamo disponibilissimi con le altre organizzazioni sindacali ed avviare un percorso per poter insistere nelle richieste e poter portare al tavolo ministeriale l’attenzione di quei lavoratori. Oggi abbiamo firmato un accordo di Cigs in Adi proprio per dare garanzie a come quella procedura deve essere gestita e soprattutto dare un futuro più stabile a chi ne sarà coinvolto. Su questo – conclude D’Alò – non molleremo di un millimetro, saremo addosso all’azienda perché ora tutti tutte queste voci dell’accordo vengano rispettate».

 

 


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