Di seguito un comunicato diffuso dalla Guardia di finanza:
Nei giorni scorsi, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna hanno eseguito un
decreto di sequestro preventivo per 8 milioni di euro circa, anche nella forma “per equivalente”, emesso dal
G.I.P. del locale Tribunale – Dott. Sandro PECORELLA a carico di una società operante nel commercio di
carburanti, già con sede nella provincia felsinea, oltreché del suo legale rappresentante.
L’importo del provvedimento è stato parametrato all’ammontare complessivo delle accise evase dalla società
nell’ambito di un’articolata frode architettata da un sodalizio criminoso con la complicità di diverse imprese
ubicate sul territorio nazionale. È stato così applicato il Decreto Legge n. 124 del 2019 che, introducendo il
novello comma 1-bis nell’articolo 44 del Testo Unico Accise, ha previsto la confisca obbligatoria, anche “per
equivalente”, dei beni che costituiscono il profitto o il prezzo dei delitti in materia di accise commessi a partire
dal mese di ottobre del 2019.
L’adozione dell’odierna misura cautelare reale rappresenta l’epilogo di un’importante indagine condotta dal
Nucleo di polizia economico-finanziaria di Bologna, coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica –
Dott. Marco IMPERATO e culminata nella denuncia di 112 persone, a vario titolo, per associazione a delinquere
finalizzata alla commissione di reati in materia di accise e tributari, nonché di riciclaggio, auto riciclaggio e
reimpiego di proventi illeciti.
Dalle complesse indagini, durate più di 3 anni, è emerso che la società bolognese, formalmente gestita da un
soggetto privo di competenze nel settore dei prodotti petroliferi e apparentemente domiciliata presso la sede di
un business center, ha sistematicamente sfruttato la licenza di esercizio di un distributore di gasolio situato nella
provincia di Barletta-Andria-Trani, tanto da diventare il vero e proprio cardine dello strutturato disegno illecito.
L’impresa, infatti, nella veste di “destinatario registrato” – figura, prevista e disciplinata dalla normativa di
settore, che identifica gli operatori autorizzati a ricevere prodotti in “regime di sospensione”, vale a dire per i
quali l’imposta non è ancora stata versata – ha acquistato 15 milioni di litri di gasolio dai depositi di prodotti
petroliferi coinvolti nella frode, per un controvalore di 8 milioni di euro, da destinare “cartolarmente” a uso
motopesca, comparto per il quale vige un regime fiscale di esenzione da imposte, evadendo, nel complessivo
arco temporale oggetto di indagini, oltre 9 milioni di euro di accise, di cui 8 milioni, evasi a partire dal mese di
ottobre del 2019, sottoponibili a confisca alla luce del richiamato D.L. n. 124 del 2019.
È stato infatti appurato che, anziché raggiungere l’impianto di distribuzione pugliese per il rifornimento dei pescherecci (di fatto inattivo), l’enorme quantitativo di carburanti è stato ceduto in contrabbando, a prezzi decisamente più appetibili rispetto a quelli di mercato (1 euro in meno circa al litro, rispetto al valore dei prezzi
praticati negli ultimi 3 anni e mezzo), a molteplici soggetti, ai quali è stato ascritto il reato di ricettazione per
averlo impiegato per usi diversi da quelli beneficiari dell’esenzione fiscale.
L’attività testimonia ancora una volta l’impegno della Guardia di Finanza e la sinergica collaborazione con
l’Autorità Giudiziaria nel contrasto alle frodi in materia di accise, particolarmente lesive sia degli interessi
erariali, sia del principio e delle condizioni di libera e sana concorrenza tra operatori del settore, quest’ultimo già
messo a dura prova dall’attuale, delicata crisi energetica.