Di Agostino Convertino:
Quando la forza e la coesione di una famiglia superano la barriera del tempo e i confini della propria quotidianità finiscono sempre per generare piccole leggende metropolitane che fioriscono esaltando l’unicità dei singoli. È la storia della famiglia Ricci – diventata famosa col soprannome di “TuttoBurro” – e dell’ultima generazione (Michele con i fratelli Antonio e Tito che sono in vita) discendente di una stagione favolosa che ha recato lustro e visibilità all’intera comunità martinese. Michele Ricci ed i fratelli hanno rappresentato la terza generazione di un’epopea di grandi macellai nata dalla felice unione di Gaetano e Comasia, suoi genitori. La famiglia Ricci, insieme ad altri protagonisti di questa categoria professionale, ha contribuito alla nascita, dal niente, di un sistema di accoglienza eno-gastronomica che ormai travalica i confini nazionali e gira il mondo sulla spinta dell’immagine planetaria della Puglia. Tutto è cominciato nel dopoguerra quando Martina Franca non era ancora famosa per il suo rococò ma attirava ospiti per la salubrità della sua “aria fine” e per il suo irresistibile fornello che faceva furore nelle macellerie. Michele rappresentava l’archetipo del macellaio martinese che trattava solo carni foranee da allevamenti selezionati da lui e intratteneva rapporti di grande cordialità con la clientela che gli si legava con stima e simpatia. Tutto in un luogo magico per cui non occorrevano indicazioni particolari. Bastava seguire l’olfatto.