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Taranto: call center, “ennesima denuncia dello sfruttamento. Insopportabile continuare così” Sindacato Slc Cgil chiede al sindaco e al presidente della Provincia un confronto istituzionale "per ridare dignità a questo settore"

conferenza stampa call center

Di seguito un comunicato diffuso da Andrea Lumino, responsabile del sindacato Slc Cgil per la provincia di Taranto:

Tenendo fede alle nostre dichiarazioni di qualche mese fa,come SLC CGIL di Taranto stiamo continuando la nostra guerra senza frontiere nel far emergere situazioni ai limiti(ed oltre) della legalità nel settore dei call center, provando ad arginare il fenomeno del lavoro nero e di vero e proprio schiavismo in call center jonici dove tanti ragazzi e ragazze della nostra città e provincia provano a trovare “occupazione” o comunque un reddito minimo per fronteggiare la drammatica crisi che stiamo vivendo.
Circa 10 giorni fa,come SLC CGIL abbiamo denunciato un call center che lavora per un importante committente della telefonia mobile che utilizzava lavoratori a progetto ai quali chiedeva di “recuperare” i giorni di assenza dal lavoro ed a cui,come si legge dal contratto,addebitava i costi per l’espletamento dell’attività; oggi(alla faccia di chi parla di “ponti”,ndr)denunciamo un altro call center,situato nel pieno centro di Taranto,che,con l’inganno di far fare formazione ai giovani in cerca di occupazione,non pagava i ragazzi “in formazione” per poi mandarli via senza nessuna retribuzione nonostante fosse stata regolarmente svolta attività di vendita telefonica(in questo caso il committente è del mondo dell’energia).
Come SLC CGIL non ci fermeremo e continueremo a combattere queste realtà,denunciando agli organi competenti e svolgendo la nostra funzione sindacale: ma non possiamo più fermarci,dobbiamo necessariamente fare un salto di qualità alla nostra iniziativa.
Domattina invieremo una lettera con cui chiederemo al Sindaco di Taranto ed al Presidente della Provincia un incontro per provare a capire se è possibile stabilire un protocollo di intesa con le forze dell’ordine locali(sulla falsa riga del protocollo che la Regione Puglia stipulò qualche anno fa con la Guardia di Finanza) per poter intervenire subito in caso di denunce di questo tipo,accelerando i tempi di intervento e non permettendo ai “profittatori” di riciclarsi e continuare a sfruttare giovani e donne.
Crediamo che la politica e le Istituzioni,insieme alle parti sociali,debbano occuparsi della vita reale:la triste sensazione è che invece si seguano direttrici diverse.
La SLC CGIL non ci sta:crediamo che invece sia possibile fare un lavoro di squadra per ridare dignità a questo settore,ai giovani che cercano qui una possibile soluzione alla crisi e quindi anche al territorio. Vogliamo pensare che lo sforzo sia di tutti.


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