Nei mesi scorsi un soldato russo aveva detto che era stato minato tutto e Nova Kakhovka sarebbe stata distrutta. Un fronte di 250 metri della diga si è aperto e dell’esplosione si accusano Ucraina e Russia. Il disastro ambientale, con miliardi di metri cubi di acqua che hanno invaso una vasta porzione di territorio, ha causato anche l’evacuazione (per ora) di sedicimila persone. La diga sul Dnipro crollata rappresenta anche un pericolo per il raffreddamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, ed un pericolo per l’approvvigionamento di acqua potabile dell’intera Crimea. Consiglio di sicurezza dell’Onu riunito per valutare la situazione.
Il cardinale Matteo Zuppi ha incontrato ieri a Kiev il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
(foto: tratta da tweet di Maurizio Averna)