Di seguito un comunicato diffuso da Osservatorio Findomestic:
Nel 2022 in Puglia sono stati spesi in beni durevoli 3 miliardi e 304 milioni di euro (dato che vale la nona posizione in Italia), il 4,7% in meno rispetto al 2021: una flessione che, come rileva l’Osservatorio dei Consumi Findomestic, realizzato in collaborazione con Prometeia e giunto alla ventinovesima edizione, supera sia il dato nazionale (-2,7%), sia quello delle altre regioni del Mezzogiorno (-3,7%).
“A penalizzare la regione sono state in particolare le contrazioni superiori alla media nazionale fatte registrare dai comparti delle auto nuove (-17,6% vs -11,2%) e usate (-5,4% vs -4,1%), alle quali, restando nell’ambito della mobilità, si contrappone un incremento della spesa in motocicli quasi doppio (+8,3%) rispetto alla media italiana (+4,4%)“, commenta Claudio Bardazzi, responsabile dell’Osservatorio Findomestic. “Quanto ai beni per la casa, solo il segmento dei mobili registra una crescita (+2,9%); quasi invariati gli elettrodomestici (-0,4%) e la telefonia (-0,2%), mentre l’elettronica (-8,8%) e l’information technology (-4,7%) fanno segnare cali più consistenti ma comunque al di sotto della media nazionale”.
L’ANALISI PROVINCIALE. Lecce (-3,8%), Brindisi (-4%) e Foggia (-4,6%) sono le province dove si registra un calo nei consumi in beni durevoli inferiore alla media regionale (-4,7%), mentre a Bari (-5%), Taranto (-5,3%) e Barletta (-5,6%) la flessione è più marcata. L’Osservatorio Findomestic rileva che nel 2022 una famiglia pugliese ha destinato mediamente all’acquisto di beni durevoli 2.086 euro (572 euro in meno rispetto alla media nazionale). Il primato regionale spetta a Bari (2.200 euro per famiglia), seguita da Brindisi (2.118), Foggia (2.057), Taranto (2.034), Lecce (1.998) e Barletta (1.997), che si colloca al 93° posto fra le 107 province italiane.
BARI. Nel 2022 il reddito per abitante in provincia di Bari ha superato di poco i 20.000 euro (20.056), con un incremento del 5% rispetto all’anno precedente che è il più basso della regione.
I dati dell’Osservatorio Findomestic indicano che lo scorso anno sono stati spesi in beni durevoli un miliardo e 78 milioni di euro (più che altrove in Puglia nonostante una flessione del 5%), pari a 2.200 euro di media a famiglia (-5,2%). Su scala nazionale, in termini di minore contrazione dei consumi, Bari è al primo posto per l’elettronica (-5,3%, per un valore di 53 milioni) e al terzo per l’information technology (-3,6%, per 46 milioni), mentre è al nono posto quanto a valore dei consumi per le auto usate (339 milioni, -6%) e al sesto per l’elettronica. L’incremento più consistente (+9,3%, oltre il doppio rispetto al dato italiano) si registra nel comparto dei motoveicoli, che vale 34 milioni, mentre, rimanendo nell’ambito della mobilità, calano del 17,6% i consumi di auto nuove, per un valore di 187 milioni. Fra i beni legati alla casa, sono stati destinati 205 milioni (+2,8%) ai mobili, 108 alla telefonia (+0,2%) e 107 agli elettrodomestici (+0,7%).
LECCE. In provincia di Lecce, nel 2022, il reddito pro capite ha raggiunto quota 15.778 euro (+7,3%). La spesa complessiva per i beni durevoli è stata di 651 milioni (-3,8%: la flessione più bassa della regione), ovvero 1.998 euro a famiglia (-3,2%). Cala meno che altrove in Puglia il segmento delle auto nuove (-11,9%, per un valore di 114 milioni), mentre la contrazione del 3,9% (per 27 milioni) registrata nell’information technology colloca Lecce al quinto posto fra tutte le province italiane; supera invece di oltre 12 p.p. la media del Paese l’incremento negli acquisti di motoveicoli (16,8%, per 19 milioni), facendo guadagnare a Lecce l’ottava posizione nella classifica nazionale.
I consumi si sono concentrati soprattutto nelle auto usate (181 milioni, -5,3%) e nei mobili (137 milioni, +3,1%), seguiti dalla telefonia (75 milioni, -0,4%), segmento nel quale Lecce, con 231 euro, detiene il primato regionale quanto a spesa media per famiglia. Agli elettrodomestici sono stati destinati 67 milioni (-2,3%), e 31 all’elettronica (-12%).
FOGGIA. Nonostante un incremento dell’8,6% rispetto all’anno precedente che è il più elevato della Puglia, Foggia è il fanalino di coda in regione per reddito pro capite, che nel 2022 si è attestato a 14.624 euro. Lo scorso anno sono stati spesi in beni durevoli 494 milioni (-4,6%), pari a 2.057 euro per famiglia (-4,1%).
A Foggia si segnala il primato regionale di spesa media familiare in mobili (522 euro), elettrodomestici (232) e information technology (95 euro), segmenti che valgono rispettivamente 125 (+2,4%), 56 (-0,6%) e 23 milioni di euro (-5%). Arretrano a doppia cifra l’elettronica (12,3%, peggior dato in Puglia, per un valore di 25 milioni) e soprattutto le auto nuove: la flessione del 22,1% (per 52 milioni) assegna a Foggia il 102° posto fra le 107 province italiane. Nonostante un calo del 5,3%, il volume dei consumi di auto usate è quasi il triplo rispetto alle nuove (147 milioni); brillano i motoveicoli (12 milioni, +13,4%), sostanzialmente invariata la telefonia (53 milioni, -0,4%).
TARANTO. Nel 2022 il reddito per abitante in provincia di Taranto ha raggiunto quota 15.664 euro, con un incremento dell’8,4% che in Puglia è secondo solo a quello di Foggia. Nel territorio la spesa complessiva in beni durevoli (465 milioni) è diminuita del 5,3%, con una spesa per famiglia di 2.034 euro (-5%). Il comparto dei mobili (92 milioni, +3%) e quello dei motoveicoli (12 milioni, +4%) sono gli unici in crescita, mentre i consumi di elettrodomestici (48 milioni) si attestano agli stessi livelli dell’anno precedente.
L’Osservatorio Findomestic registra una leggera flessione (-0,5%) nel segmento della telefonia, che alimenta un mercato da 48 milioni di euro; crolla il valore dei consumi delle auto nuove (70 milioni, -18,4%), più che dimezzato rispetto a quello delle auto usate (155 milioni, -5,7%); perdono il 10% l’elettronica, che vale 22 milioni, e il 7,2% l’Information technology, che ne vale 19.
BRINDISI. In provincia di Brindisi, nel 2022, il reddito per abitante (15.476 euro) è aumentato dell’8%, mentre la spesa complessiva in beni durevoli è stata di 330 milioni (-4%), pari a 2.118 euro a famiglia (-3,3%). I dati dell’Osservatorio Findomestic evidenziano consumi in picchiata nel settore delle auto nuove, con una flessione del 21,7% (per un valore di 43 milioni) fra le più elevate del Paese che relega Brindisi al 101° posto fra le 107 province italiane. Quasi triplicato, rispetto alle auto nuove, il volume dei consumi di auto usate (112 milioni, -1,7%), segmento nel quale Brindisi detiene il primato regionale della spesa media familiare: 721 euro. Brilla anche il comparto dei mobili (69 milioni), con il più alto incremento regionale, pari merito con Barletta (+3,2%). Più contenuta (8 milioni) la spesa per i motoveicoli, segmento che comunque cresce del 7,6%, mentre è in linea con l’anno precedente quella per gli elettrodomestici (33 milioni). Arretrano, con contrazioni comunque inferiori alla media italiana, la telefonia (-0,6%, per un valore di 35 milioni), l’Information technology (-5,4%, per 13 milioni) e l’elettronica (-8,1, per 17 milioni).
BARLETTA-ANDRIA-TRANI (BAT). Con un reddito pro capite di 16.123 euro, nel 2022 i cittadini della provincia BAT hanno speso meno di tutti i pugliesi in beni durevoli: 287 milioni (-5,6%), pari a 1.997 euro per famiglia (-4,7%). In base ai dati dell’Osservatorio Findomestic, l’unico comparto a far segnare un aumento dei consumi (+3,2%, il più alto incremento a livello regionale ex aequo con Brindisi) è quello dei mobili, che alimenta un mercato da 64 milioni. Alla sostanziale tenuta della telefonia (-0,1%, per un valore di 30 milioni) e degli elettrodomestici (-0,4%, per 33 milioni) e alla contrazione del 6,7% registrata nell’elettronica (per 16 milioni) che è la settima più bassa d’Italia, fanno da contraltare le flessioni a doppia cifra negli acquisti di auto nuove (-21,1%, per 34 milioni) e di motoveicoli (-11%, per 8 milioni), che assegnano a BAT rispettivamente il 98° e il 107° e ultimo posto della graduatoria nazionale. Arretrano più che altrove in Puglia (-7,1%) i consumi di auto usate, che valgono 89 milioni, mentre all’Information technology sono stati destinati 13 milioni di euro (-5,4%).