Di seguito un comunicato diffuso dal politecnico di Bari:
Tutto passa, ma alla fine ciò che conta e quel che resta. Agli altri, per gli altri. Tracce di competenza e di rigore, di ecletticità culturale, di trasmissione del sapere, di scienza parlano tuttora al territorio del sud e soprattutto alla comunità erede: quella del Politecnico di Bari a cui il Prof. Vincenzo Cotecchia (classe 1925), ha lasciato il suo testimone nel 2019. Istituzione recente, 1990, quella del Poliba, ma con una radice antica, portante: la Facoltà di Ingegneria. Alla sua istituzione nella genitrice Università di Bari e al suo radicamento nel territorio pugliese partecipò il giovane ingegnere, poi professore, venuto da Napoli, Vincenzo Cotecchia. E’ il 1943. L’Italia è divisa in due. A Salerno è insediato il Governo Badoglio. Il Regio Decreto n.60 del 27 gennaio 1944 istituisce il biennio di Ingegneria nella Regia Università di Bari. Cotecchia, laureatosi a Napoli nel 1948 in ingegneria civile arriva in Puglia nel 1950 come professore incaricato di “Geologia Applicata all’Ingegneria” presso la neo-nata Facoltà di Ingegneria, istituita nel 1948. E’ uno di quei pionieri determinanti, testimone della scuola napoletana d’ingegneria, che segnerà il destino e contribuirà allo sviluppo e al valore riconosciuto della Facoltà, grazie anche al contributo e alla presenza di Acquedotto pugliese.
Per mezzo secolo, fino al 2001 e oltre, nell’Università e poi nel Politecnico, esprime tutto il suo valore, con capacità fuori dal comune. Riesce a coniugare e a tramutare in effetto sinergico in uno la figura dell’ingegnere geotecnico e del geologo applicato. Risultato? Una carriera accademica e professionale fortemente orientata alla soluzione dei problemi di tutela e sviluppo del territorio anticipando temi di salvaguardia ambientale, oggi fortemente attuali. Ingegnere e geologo, iscritto ai distinti albi professionali, preside di ingegneria,1972-1981, artefice della costruzione della sede di ingegneria nel campus (1972), dell’Università della Basilicata e di tante altre opere in Puglia e Basilicata, fortemente impegnato nel terremoto dell’Irpina dell’80 è coinvolto negli interventi legati all’acquedotto pugliese. Professore emerito del Poliba, socio dell’Associazione Geotecnica Italiana dal 1954, ha rappresentato e rappresenta tuttora, attraverso i suoi studi, una pietra angolare della cultura scientifica poliedrica legata agli studi di ingegneria e geologia applicata.