Aiutato dal nonno, con una scatola di polistirolo ed uno smartphone in esso montata e con un’app per lo scatto di foto ogni dieci secondi, l’ha lanciata nello spazio tramite un palloncino. Tutto rigorosamente artigianale però molto preciso. Dopo venti minuti la sonda è atterrata, perfettamente in un campo ed è stata recuperata dal suo realizzatore, il 23 enne Gianluca Belgrado.
Scrive Gianluca Belgrado:
Qualche foto scattata durante il volo della prima sonda stratosferica salentina. Si vede un accenno di curvatura terrestre, il cielo nero in pieno giorno, e all’orizzonte anche la Calabria, l’Albania e l’isola di Corfù. Il lancio è stato un’impresa complessa da gestire, a causa della vicinanza col mare. Tra progettazione, test, ricerche e autorizzazioni per lo spazio aereo sono trascorsi più di due anni dall’inizio del progetto. Durante i mesi estivi, i venti sono più calmi, tuttavia c’era comunque una probabilità del 60% di ammaraggio, rendendo il recupero dell’attrezzatura forse impossibile. Purtroppo, la richiesta del permesso di lancio richiede più di 45 giorni, rendendo impossibile prevedere con tanto anticipo la zona di atterraggio. Fortunatamente, il giorno del lancio, le previsioni erano relativamente buone, ma la sonda è comunque atterrata a meno di mezzo km dal mare. L’altezza massima raggiunta dalla sonda è stata di 26,555 metri slm, e la temperatura minima riportata era di -62.1° C. Dopo lo scoppio del pallone, la sonda ha iniziato la discesa a terra, col paracadute. Poco dopo lo scoppio del pallone, è stato lanciato un piccolo aereoplanino di carta molto probabilmente caduto in mare alcune ore dopo.