Di Nino Sangerardi:
La Giunta regionale pugliese ha ratificato l’autorizzazione paesaggistica in deroga, con prescrizioni, per il completamento della Diga Saglioccia situata nei territori altamurani e gravinesi, provincia di Bari.
Un finanziamento di cinque milioni di euro, riconducibili al PNRR da utilizzare per interventi di manutenzione straordinaria e sicurezza, ripristino delle strutture elettromeccaniche e idrauliche connesse allo sbarramento con l’obiettivo di rendere fruibili gli invasi.
Inizio lavori previsto a gennaio 2024, durata 365 giorni, soggetto attuatore il Consorzio Bonifica Terre d’Apulia.
Una diga che si inserisce all’interno del sistema secondario di irrigazione per l’agricoltura, con la possibilità di servire 3-4 mila ettari di varie coltivazioni.
Forse è interessante raccontare,in breve, nascita e mancato sviluppo dell’argine di ritenuta Saglioccia.
Molti passi indietro nel tempo. Correva l’anno 1973.
Lo Stato decide di elargire la prima infrastruttura irrigua agli abitanti delle zone,sitibonde, della più o meno murgia barese.
Dove? Contrada Tempa Bianca, tra Altamura e Gravina : qui scorre il torrente Saglioccia.
Bacino creato grazie a un muro alto 22,5 metri,un milione e 800 mila di metri cubi la capacità d’invaso.
Si disse, nelle riunioni indette da esponenti politici e governativi nazionali regionali e locali al cospetto di zappaterra e contadini e comitive rurali e agitprop paesani : ”La diga potrà irrigare centinaia di ettari ,frenando così l’abbandono della terra, e assorbirà centinaia di disoccupati trasformando la campagna arida in campi di ortofrutta e bieticoltura, e nascita di aziende zootecniche. Viva lo Stato italiano!”.
Progetto delegato al Consorzio bonifica Fossa Premurgiana, in seguito denominato Consorzio Bonifica Terre d’Apulia.
Appalto consegnato il 16 ottobre 1975 al vincitore Armando Torri spa di Milano. Quest’ultimo contesta il programma tecnico del Consorzio. Le ruspe muovono terra e calcestruzzo a giugno 1977. Importo lavori pari a 1,7 miliardi di lire,a cui il Ministero dell’Agricoltura soggiunge 4,5 miliardi del vecchio conio italico,tramite la Cassa per il Mezzogiorno.
Dopo 33 anni, il 20 dicembre 2011 si ha contezza che le opere principali della diga sono state ultimate nel 1993 da Intercantieri spa .
Ma per l’ultimazione funzionale e esercizio dello schema idrico occorre mettere in pratica quanto segue : “…collegare all’invaso la rete irrigua,fornitura e messa in opera degli idranti di consegna,completamento degli espropri e pagamento delle indennità”.
Nel frattempo la società Intercantieri chiama in giudizio il Consorzio. Pretende euro 3.837.950,65. Il Tribunale di Bari con sentenza del 2004,confermata in Appello, ne riconosce all’impresa euro 537.789,99,sborsati dal Ministero dell’Ambiente, con aggravio finanziario, nel 2009.
Tocca al Governo di Roma rioccuparsi della Diga Saglioccia.
Il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti,a metà anno 2016, comunica che la stazione appaltante è sempre il Consorzio Bonifica Terre d’Apulia,che al 31.12.2014 sono stati spesi 30.290.197,00 euro,che per ultimare i lavori(56,32% eseguiti) ci vogliono ulteriori finanziamenti.
Riusciranno i diversi Enti pubblici nazionali regionali e locali a rimettere in vita quest’opera idraulica cominciata 46 anni fa, dentro le suddette contrade del Sud Italia?