Angela D’Onghia, sottosegretario all’Istruzione, università e ricerca, lo ha detto chiaramente. Non è che al sud non si siano spesi i soldi per le scuole, anzi sono tre miliardi e mezzo di euro negli ultimi sette anni, nei vari programmi. Di edilizia ma non solo: innovazione di metodi, impiantistica, nuove tecnologie, e tanto altro. Però, aggiunge il sottosegretario, c’è bisogno di un controllo più rigoroso sulla spesa pubblica. Insomma, si spende anche male, oltre che tanto. E rimarca, Angela D’Onghia, a proposito di edilizia scolastica: i palazzi costruiti fino a metà del secolo scorso sono stabilmente in piedi, quelli dagli anni Sessanta in poi sono non di rado un problema.
Questa è stata la risposta, accanto alla disponibilità all’impegno perché ci sia uno sblocco del patto di stabilità, alla domanda posta da Piero Bitetti, consigliere provinciale tarantino e presidente del consiglio comunale di Taranto: si sblocchi il patto di stabilità per la parte riguardante la messa a punto degli istituti scolastici. I soldi ci sarebbero pure ma i vincoli sono troppo rigidi, non si può spendere le strutture vanno sempre peggio.
Non solo edilizia, nel dibattito (moderato da un altro consigliere provinciale, Michele Muschio Schiavone) ampio e molto partecipato, da insegnanti e dirigenti del territorio provinciale tarantino (e non solo) con amministratori pubblici, dirigenti dell’organizzazione scolastica regionale e provinciale e, appunto, il sottosegretario. Il convegno si è svolto a Martina Franca nel pomeriggio, in aula consiliare. Si è parlato molto dell’organizzazione di un sistema scolastico che deve essere più legato al mondo lavorativo, ad esempio. Illustrate le novità, tipo quella, su cui si sta lavorando, di stage nelle scuole da parte delle aziende. Però si potrebbe dire, al contrario, delle difficoltà di svolgere stage in azienda da parte degli studenti: per legge è impossibile, nelle imprese con dipendenti in cassa integrazione. Cioè, se non tutte, quasi. Dunque, possibilità e problemi, i temi affrontati nel convegno odierno.