Il 2 agosto 1980 la stazione ferroviaria di Bologna era affollatissima. Mattinata con migliaia di persone a prendere il treno, in un periodo di vacanze. Gente di tutta Italia ed anche molti stranieri. C’erano anche, fra i tanti, sette cittadini baresi.
I loro nomi compaiono sulla lapide che si trova davanti al municipio di Bari perché sono fra le 85 persone che morirono per l’esplosione alle 10,25 del 2 agosto 1980 nella stazione ferroviaria di Bologna. Una bomba sventrò lo scalo ferroviario. La strage, oltre ai morti, provocò anche duecento feriti circa.
In quarantatre anni sono stati celebrati numerosi processi, ormai acclarata la matrice neofascista da tempo. Condannati Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro come esecutori familiari, svariati altri condannati come mandanti (fra essi Licio Gelli ma anche Umberto D’Amato dirigente del ministero dell’Interno ed un parlamentare Msi) in un percorso giudiziario che è stato molto tortuoso.