Di seguito il comunicato:
Prosegue la rassegna estiva di visite, concerti ed eventi speciali nel Parco archeologico di Rudiae a Lecce. Ogni sabato e domenica (ore 18:30 – ingresso 8/6 euro – info e prenotazioni parcoarcheologicorudiae.it) le visite guidate porteranno il pubblico alla scoperta della città fondata dai Messapi, nota soprattutto per aver dato i natali al padre della letteratura latina Quinto Ennio (239-169 a.C.), e dell’anfiteatro romano. Gli scavi archeologici, avviati sin dalla seconda metà dell’ottocento grazie al Duca Sigismondo Castromediano con la direzione di Luigi De Simone, hanno riportato alla luce aree di necropoli, tombe ipogee scavate nella roccia, porzioni delle fortificazioni messapiche, oltre a tratti di strade basolate, luoghi di culto ed edifici pubblici di età romana. Al centro dell’insediamento si conserva l’Anfiteatro romano, costruito durante il regno dell’imperatore Traiano (98-117 d.C.) e riportato alla luce recentemente. Lecce può vantare, infatti, due anfiteatri romani a distanza di pochi chilometri: quello di Lupiae in Piazza Sant’Oronzo, nel cuore della città, e quello dell’antica Rudiae, nelle campagne alle porte del capoluogo salentino sulla via per San Pietro in Lama. Durante le visite sarà ricordata anche la figura di Otacilia Secundilla, una giovane donna romana vissuta duemila anni fa che, con la sua opera filantropica ha donato le economie proprio per la costruzione dell’Anfiteatro. Rudiae è uno dei siti archeologici più importanti del Salento, oggi fruibile grazie al partenariato pubblico-privato per la promozione e valorizzazione stipulato tra la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce e A.R.Va srl – spin off dell’Università del Salento, anche sulla base di un preventivo accordo tra la stessa Soprintendenza e il Comune di Lecce.
Martedì 22 agosto (dalle 20:30 a mezzanotte – ingresso da 15 euro consumazione inclusa – info e prenotazioni 3761798201 – picnic@delicatessenlecce.com) con un atteso tributo ai Pink Floyd torna il format “Picnic Experience“. Fino al 12 settembre, ogni martedì, l’uliveto e l’anfiteatro ospiteranno enogastronomia di qualità, musica, cinema, performance ed improvvisazione. Oltre agli spettacoli, con la direzione artistica di Mauro Tre e Giorgia Santoro, si potrà godere del fresco serale del parco prenotando una postazione picnic attrezzata ed un cestino pieno di bontà enogastronomiche salentine (bombette, pitta di patate, parmigiana, farro con verdure, salumi e formaggi, crostata, vino “Funiati) a cura di Mamma Elvira. Esperti bartender e sommelier guideranno tra un’ampia scelta di vini, bollicine e cocktail più adatti ai desideri e alle esigenze dei visitatori. In tutte le serate della rassegna, inoltre, gli archeologi Pio Panarelli e Dario S. Corritore guideranno il pubblico alla scoperta della storia dell’antica città. Sarà possibile ammirare l’installazione “Ennio, il primo dei poeti” dell’artista salentino Gianfranco Basso. Ospiti musicali della serata la band The Psychedelic Breakfast che proporrà il repertorio di Pink Floyd: Live at Pompeii, film-concerto del 1972 diretto dal regista Adrian Maben e ambientato nell’anfiteatro romano di Pompei, lasciato volutamente deserto. L’idea, anche con l’esecuzione di altri brani, è quella di ricreare l’atmosfera che caratterizza il primo periodo artistico della band inglese, quando i giovanissimi Syd Barrett (fondatore e leader dal 1965 al 1968), Roger Waters, Richard Wright, Nick Mason e (dal 1967) David Gilmour, si ispiravano a sofisticate sonorità psichedeliche e a liriche concettualmente complesse. The Psychedelic Breakfast (dall’omonimo brano di Atom Heart Mother (Pink Floyd 1970), sono Alfredo De Giovanni (batteria), Billy Negan Ramone (basso, voce), Carlo Contegno (organo, tastiere, synth), Luca Briganti (chitarra elettrica), Diego Capoccia (chitarra acustica, chitarra lap steel e pianoforte), Paola Basile (voce). A seguire le selezioni di Guido Nemola, dj e produttore e discografico che vanta centinaia di pubblicazioni e spazia dal jazz all’elettronica.
Il Parco Archeologico di Rudiae dista da Lecce circa 3 km in direzione sud-ovest. L’ingresso al Parco, dotato di un parcheggio interno nell’area di Fondo Acchiatura, è situato in Via A. Mazzotta (40°19’55.6″ N 18°08’46.3″ E), di fronte all’IISS Presta Columella. Per la visita (della durata di circa un’ora) si consigliano scarpe comode, copricapo/cappellino e acqua.
Di seguito il comunicato:
Sabato 19 agosto (ore 21 – ingresso libero – info vivailprogetto@gmail.com – 3278773894) in Piazza Pio XII a Cursi appuntamento con “Le pitruse“, restituzione finale del laboratorio biennale di teatro “La gioia ai giorni“, ideato e curato da Alessandra De Luca nell’ambito di Viva – Tante belle cose, progetto pensato per gli over 50 (in particolare vedovi e vedove) che mira al benessere, alla crescita culturale, alla condivisione di conoscenze e talenti. In scena i testi, i racconti, i corpi e le voci di Romeo Treglia, Gigi Chilla, Anna Cotardo, Gilda Grande, Fernando Melcore, Salvatore Bisanti, Ada Palma, Adriano Santoro, Nicola Dimola, Samuel e Roberto Giurgola con la cura e conduzione della stessa Alessandra De Luca e la consulenza scientifica di Luigi Marrocco. Queste storie sono fatte di anagrafe ma anche di relazioni ed emozioni profondissime. In questi due anni questo percorso ha messo al centro gli affetti, più che i concetti. La formazione è stata condotta “dal basso” in stretta relazione con gli istinti, il ridere, il piangere, le passioni, il gioco. Si è arrivati, pian piano, a una creazione condivisa fatta dai partecipanti, cittadine e cittadini di Cursi e dei comuni limitrofi, paesi che compongono il bacino estrattivo della pietra leccese. Una raccolta di storie, documentazioni, aneddoti, avventure, esperienze narrate da chi, in un modo o nell’altro, in maniera diretta o indiretta, con questa materia, la pietra, nella sua vita è venuto a contatto. Ogni storia raccontata è stata scelta, scritta e narrata da ogni partecipante al laboratorio, con il proprio linguaggio.
«La restituzione finale del percorso laboratoriale non ambisce alla compiutezza di una drammaturgia teatrale convenzionale, obiettivo che avrebbe tolto spazio al processo di ricerca individuale e collettiva a favore di una apparente professionalità della confezione», sottolinea Alessandra De Luca. «Ci è sembrato più interessante invece pensarla e strutturarla come la raccolta di appunti di viaggio, l’esposizione cruda e la giustapposizione di momenti di un processo incompiuto ma vivo, come deve esserlo ogni processo autenticamente creativo. Non uno spettacolo dunque, quanto un percorso che attraversa più ambiti connessi sia al teatro che alla società, per la dimensione ludica e comunitaria con cui sono stati affrontati. Il teatro è stato dunque il mezzo di una comunicazione sociale e allo stesso tempo anche di espressione individuale e di progettazione condivisa», continua l’attrice e regista. «L’operare artistico, in qualunque forma si realizzi, ha come precondizione necessaria quella dello straniamento dello sguardo, cioè osservare il proprio oggetto con occhi diversi per poterlo meglio comprendere. Noi speriamo che l’interesse di questa restituzione possa risiedere in un doppio straniamento, ovvero nell’opportunità di gettare uno sguardo sul nostro piccolo villaggio, Cursi, e allo stesso tempo, attraverso il teatro, sul mondo e più in generale sulle relazioni, sulla convivenza comunitaria, convinti che “necessario non è il teatro ma qualcos’altro. Superare le frontiere tra me e te: arrivare ad incontrarti per non perderti più tra la folla […] Non nascondermi più, essere quello che sono. Almeno qualche minuto, dieci minuti, venti minuti, un’ora. Trovare un luogo dove un tale essere in comune sia ancora possibile…” come scriveva il regista teatrale polacco Jerzy Grotowski», prosegue Alessandra De Luca. «Proprio in questa direzione in questi due anni di laboratorio teatrale, grazie al progetto Viva, abbiamo cercato di camminare insieme, e a conclusione di questo percorso forse siamo riusciti a restituire un po’ di quella “gioia ai giorni” auspicata dai versi di Vladimir Mayakovsky (“Bisogna strappare la gioia | ai giorni futuri. | In questa vita non è difficile morire. | Vivere è di gran lunga più difficile”) che hanno ispirato il titolo di questo laboratorio. Speriamo che sia solo l’inizio».
Sostenuto dal Bando Volontariato 2019 di Fondazione Con il Sud, promosso da Ecomuseo della Pietra Leccese (capofila), Coolclub, 34° Fuso, Gruppo Fratres di Cursi, Lilt – Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori di Lecce, il progetto nei tre comuni coinvolti (Cursi, Castrignano de’ Greci e Corigliano d’Otranto) ha proposto l’apertura di un’Officina dei saperi, la realizzazione di un fitto calendario di eventi di socialità e di formazione, l’attivazione di una Banca del tempo e l’apertura della Scuola Viva! sul paesaggio con oltre 300 ore di lezioni di corsi brevi su aspetti botanici del paesaggio, strategie per la rigenerazione artistica dei luoghi, processi innovativi e partecipativi di gestione dei beni comuni, strumenti per la descrizione digitale dei luoghi, sviluppo di contenuti e tecnologie digitali, didattica museale, comunicazione e promozione turistica.