rendimentogold

basilepiccolo

Eclisse

cosmo energy


Martina Franca: lettera aperta di un cittadino al sindaco su rumori notturni e fuochi d’artificio Chiede un intervento: "ora anche le movida di periferia, non ci facciamo mancare nulla"

palazzo ducale 1

Di seguito il testo della lettera aperta che Martino Cannarile ha scritto al sindaco e per conoscenza ai responsabili delle forze dell’ordine:

Non so quanti della sua generazione, egregio Sindaco, avranno sentito parlare del Comitato di quartiere S. Francesco. Credo pochissimi perché si trattò dell’attività sociale di un organismo di base che interessò, dal 1994 al 2007, la zona ovest della nostra città. Eravate per lo più ragazzi in quegli anni, voi che rappresentate l’attuale classe dirigente martinese. Il sottoscritto di quella esperienza, insieme a tanti altri, ne fu uno degli animatori. L’intuizione che allora avemmo, sotto la spinta di tanti cittadini esasperati dall’esplosione caotica (caos allora e caos ora, verrebbe da dire) di quella parte della città, soprattutto sul fronte urbanistico e della carenza di servizi, fu quella di agevolare il compito delle amministrazioni comunali nel suggerire, sommessamente, il nostro punto di vista partendo dal seguente banale assunto: essendo sul campo e vivendo sulla nostra pelle le contraddizioni di quel quartiere, spesso senza una regia attenta e competente dell’Ente locale, potevamo dare una mano proprio in qualità di cittadini che conoscevano quella porzione di territorio.

Una mano a noi la diede la carta stampata. Avremo redatto centinaia di comunicati stampa che, senza la posta elettronica, consegnavamo brevi manu quasi settimanalmente alle redazioni che non ci hanno mai censurato. Anzi, l’incoraggiamento maggiore lo ricevevamo da loro. La dialettica con le varie giunte, invece, ebbe degli alti e bassi (a seconda del colore politico e soprattutto a seconda delle sensibilità dei singoli amministratori). Per chi volle vedere il bicchiere mezzo pieno quell’esperienza non fu inutile. Aprì spazi per nuovi comitati in altre zone della città e mi risulta che, con modalità più aggiornate, rimangono in piedi esperienze associative che certamente l’Amministrazione da Lei presieduta non disdegnerà di intercettare sul fronte del dialogo e dello sviluppo della partecipazione democratica. Questo ovviamente nell’interesse di tutti e in particolare di una Martina più vivibile, dotata di maggiore senso civico e attenta alle istanze dei cittadini rispettosi della legalità.

Proprio su un aspetto della vivibilità che voglio soffermarmi con questo mio contributo pubblico, alla luce di fatti poco piacevoli che si trascinano addirittura dalla scorsa estate.  Non è escluso che sia collegato a una esigenza del post-covid di scatenare istinti di sfrenatezza che non tengono conto dei diritti altrui.   La scorsa estate, ripeto, si era manifestato in modo strisciante e quasi timoroso (al che io pensai “So’ ragazzi”), ora lo possiamo considerare ormai fenomeno ‘adulto’ di un mal costume che sembra piacere ad alcuni e che potrebbe contagiare altre zone della nostra città. Trattasi di fuochi d’artificio di privati (per distinguerli da quelli delle feste religiose organizzate dalle Confraternite, come è noto, rigorosamente normati, autorizzati e annunciati) che improvvisamente, dalla mezzanotte in poi (il top raggiunto mercoledì scorso alle ore 1.15 preoccupa), della durata di quindici minuti che fanno sussultare un cospicuo numero di residenti in un’area alquanto estesa tra via Mottola ang. via della Resistenza e via Massafra ang. Via Caduti di Russia, proprio nella parte più abitata del quartiere. Gli spari e i fuochi sono la conclusione di serate organizzate in un posto di ristorazione di quell’area con l’utilizzo di impianti sonori a tutto volume per l’intrattenimento dei clienti e avventori. Chiarito che la presente nota non vuole assolutamente presentarsi come un atto ostile nei confronti di quelle attività economiche e commerciali che, pur in una congiuntura da troppo tempo difficile, collocano un certo numero di risorse nel mercato del lavoro, va altresì detto con la stessa chiarezza che le normative di legge vanno osservate nel più rigoroso rispetto della legalità.

La mia, infatti, è stata una esperienza diretta molto fastidiosa del fenomeno che, particolarmente nell’ultimo mese, ha disturbato me e la mia famiglia varie volte, pur abitando non vicinissimo dal posto originario degli spari. Molti cani e gatti (spesso gli animali sono più umani di noi), spaventati abbaiano per tutto il tempo degli spari disturbando involontariamente i condomini.  Mi chiedo che cosa abbiano provato i residenti più vicini alla fonte di quegli spari. Mi hanno detto, tra le varie cose, che gli animali domestici possono contrarre danni a livello cardiaco e uditivo. E le persone? Chi ci pensa, signor Sindaco e signori Comandanti delle Forze dell’ordine, ai cittadini per bene che debbono subire nel cuore della notte questa capricciosa manifestazione di insipienza che mi auguro non nascondi protervia? Il disturbo (sicuramente uso un eufemismo) è preceduto da varie ore di musiche ad alto volume presentate – mi hanno detto i residenti più vicini alla fonte rumorosa – da una voce aspra e volutamente gracchiante. Praticamente una movida di periferia condita con la ciliegina finale dei giochi pirici.  Le Forze di polizia di fronte a questi episodi reiterati hanno l’obbligo di intervenire e, fatti i dovuti accertamenti, devono evitare che simili manifestazioni si ripetano. Non sappiamo se ci sono già stati danni alla salute a carico di persone delle zone più vicine.  Pensiamo alle persone più fragili, agli anziani, ai bambini, agli ammalati, ai lavoratori che alle cinque sono già in piedi per raggiungere il posto di lavoro, a chi vive da solo e non ha neanche la forza di segnalare telefonicamente gli episodi ai C.C. o alla Polizia di Stato, anche perché a volte non sono in grado di indicare con precisione l’unità immobiliare di provenienza della musica e dei fuochi. E poi tutti gli altri, tanti nuclei famigliari che fanno di quella frazione di quartiere una delle aree a più alto indice abitativo. Pensate che nell’anno duemila la Curia jonica decise bene di creare una nuova parrocchia (il Divino Amore) perché il parroco di S. Francesco aveva già ottomila anime da curare. E nuovi nuclei familiari entreranno, a breve, ancora in quell’area, a completamento di due importanti edifici di edilizia residenziale. Come se non stessimo già sufficientemente congestionati!

Che fare allora? Aspettiamo la solita pletorica “raccolta firme” per augurarci in tempi di certo non brevi la risoluzione del problema o, nell’era delle risposte in tempo reale, possiamo sperare che un Amministratore pubblico come si deve o un Dirigente di polizia coscienzioso, dopo i legittimi riscontri, si faccia celermente carico del sacrosanto diritto al riposo notturno, tutelando la quiete pubblica e il diritto dei residenti a vivere con tranquillità nelle proprie case? Sono compatibili e comprensibili episodi come quello menzionato (su cui c’è il rischio emulazione in altri quartieri) con lo sviluppo di una città a misura d’uomo e alla ricerca di una migliore e più ordinata qualità della vita?

Un’ultima annotazione. Appartengo a una generazione che ha inteso l’impegno socio-politico come rigore. Un termine sempre meno citato anche perché l’idea stessa di politica sta cambiando. Mi piacerebbe però che, al di là delle accezioni semantiche, la politica in quanto tale ritornasse a essere più attenta ai bisogni reali della società, mettendo al centro della sua attenzione il concetto di persona.

Distinti saluti.

LONA


allegro italia


eventi nel salento




Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *