Di Nino Sangerardi:
Il 2023 è l’anno del centenario della nascita di Italo Calvino(Santiago de Las Vegas,Cuba 15.10.1923—Siena 19.09.1985) e di Rocco Scotellaro(Tricarico 19.04.1923—Portici 15.12.1953).
Giusto pertanto leggere il libro “Calvino in Topolino” di Franca Mora,collana Millelire dell’editore Stampa Alternativa, 1993.
Protagonista è Beppe Oreffice, giovane ispettore libraio, che racconta di Giulio Einaudi e “ di questi logoranti e avventurosi pellegrinaggi in giro per l’Italia del dopoguerra, distrutta, senza strade, senza case, senza niente”, di Italo Calvino scrittore non ancora affermato.
“Mi fu affidata—spiega Oreffice—una zona che andava dall’Emilia a Lecce. Giravo con una Topolino che Einaudi mi prestava e vedevo con i miei occhi la lacerazione tra Nord e Sud. Disegnavo la mappa delle librerie in Italia ed era la mappa della cultura: l’Italia lacerata assumeva un’unità attraverso le librerie, luoghi che assomigliavano dovunque. Il Sud ne aveva poche, ma ampie e di grande tradizione: a Bari c’era Laterza, e poi altre a Taranto, a Lecce e poi nulla fino a Matera dove c’era Montemurro, elegante e raffinato Marchisello a Potenza circolo di Carlo Levi e riferimento dei confinati. Lì vendevo soprattutto il libro “Cristo si è fermato a Eboli”, specchio di una realtà ancora presente… Le librerie erano veri e propri cenacoli che raccoglievano tutto ciò che c’era di migliore nella società di allora, come delle calamite della cultura”.
Quindi Beppe Oreffice, con Calvino dentro la Topolino, realizzava lungo la penisola italica le “Settimane Einaudi”.
E dunque ricorda che “ Partivamo sempre con pochissimi soldi in tasca ma non ce ne preoccupavamo… L’emozione più intensa che provai in quel viaggio fu la volta che sostituii Calvino, indegno ma indispensabile alter ego. Dopo la notte ripartimmo alla volta di Tricarico per andare a trovare Rocco Scotellaro il poeta contadino e sindaco del paese. Ci andammo proprio per trovare lui e forse anche per fare un gran pranzo : Calvino era un critico eccezionale di libri altrui e non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione di conoscere il poeta. Il viaggio e l’incontro non tradirono nessuna nostra aspettativa. Era estate, il mese di luglio, che al Sud è il mese più caldo: la strada era bianca e si snodava sotto il sole implacabile. La nostra Topolino arroventata arrivò a Tricarico a casa di Scotellaro, semplice e tipica abitazione di quei paesi lussureggianti per ciò che la natura promette e mantiene. L’incontro tra i due fu commovente : si parlò di libri, della gente del Sud, del futuro e il pranzo fu una delle più memorabili mangiate della mia vita. Bevemmo, Calvino e io, per ammazzare il peperoncino, per sollecitare le parole, per sancire un’amicizia iniziata finalmente non solo attraverso le pagine dei libri. Riprendemmo nel pomeriggio la strada per Matera, dove si prevedeva saremmo arrivati in serata. Così fu, ma il mio compagno di viaggio era irriconoscibile, stravolto dal vino e dal cibo. Non si reggeva in piedi e si chiuse in albergo. Gli inviti erano fatti e i manifesti rivestivano i muri del paese : la conferenza era nell’immaginario di tutti… Il libraio non voleva rinunciare e mi disse: “ Devi tenerla tu…”. Ancora oggi non so quello che dissi perché non riuscii a sentirmi mentre parlavo, tanta era l’ansia di cui non ero neppure consapevole. Più che il pubblico mi emozionava sostituire Calvino: l’ho già detto non sapevo che sarebbe diventato forse il più grande scrittore del Novecento ma per me era già qualcuno da ascoltare, da imitare, con cui condividere il divertimento del mondo e del futuro”.
Tra l’altro, per concludere, si rammenta che Italo Calvino scrive di Rocco Scotellaro quanto segue : “ Era una testa solida il ragazzo di Tricarico, uno di quei tipi che hanno sempre qualche idea loro da darti e qualche idea da farti germogliare in mente…Tra i giovani nati nel risveglio democratico italiano—lotte contadine, movimento operaio, Resistenza—Scotellaro è stato forse quello che è riuscito a fare più cose – organizzatore politico e sindacale, studioso di economia, studioso di cultura popolare, poeta—restando sempre fedele a un nucleo di problemi ben preciso: la situazione sociale del suo paese. Poteva essere il tema di una grande vita: è stato l’avvio di una giovinezza”.