Dettagli in una conferenza stampa in mattinata. Di seguito un comunicato diffuso dai carabinieri:
I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Foggia hanno dato esecuzione
ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Bari su richiesta della
Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo, a carico di due persone ritenute – allo stato del
procedimento – gravemente indiziate in concorso di omicidio premeditato, porto illegale di armi da
fuoco e ricettazione, aggravati dal metodo e dall’agevolazione mafiosa, in relazione all’efferato
omicidio commesso il 29 aprile 2015 a Vieste (FG), ai danni di SOLITRO Marino, attinto da due
colpi di fucile calibro 12 nei pressi della sua abitazione e brutalmente ucciso con un violento colpo
alla testa praticato con il calcio dell’arma.
Le indagini, condotte dai Carabinieri sotto la direzione e il coordinamento della Direzione Distrettuale
Antimafia di Bari, hanno consentito di raccogliere elementi indicativi del movente dell’agguato
mortale, che sarebbe riconducibile alla volontà di consolidare l’egemonia criminale del clan
“Raduano/Perna” nel territorio di Vieste attraverso l’eliminazione della vittima, accusata di rifornirsi
di stupefacente da canali di approvvigionamento diversi da quelli imposti dalla consorteria mafiosa e
di avere fatto, in passato, ricorso alle forze di polizia per denunciare i comportamenti criminosi di un
affiliato.
Nel corso delle investigazioni dei Carabinieri è stata ricostruita l’esatta dinamica dell’azione
omicidiaria, compiuta simultaneamente all’incendio doloso di due autovetture, perpetrato al fine di
creare un diversivo e far convergere le forze di polizia lontano dal luogo dell’agguato.
Secondo quanto riscontrato dagli Inquirenti nella fase delle indagini preliminari, il delitto si
inquadrerebbe nell’ambito di una faida, che ha visto il susseguirsi di numerosi fatti di sangue in una
cruenta spirale di violenza, sviluppatasi dal 2015 nell’area garganica per la gestione delle fruttuose
attività illecite, in particolare il traffico di sostanze stupefacenti e le estorsioni.
Fondamentale per la ricostruzione dei fatti è stato l’apporto dei collaboratori di giustizia, che hanno
deciso di fornire un importante contributo dichiarativo in seguito ai duri colpi inferti alle consorterie
mafiose del territorio grazie allo operazioni coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia.
È importante sottolineare che il presente procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari
e che, all’esecuzione della misura cautelare seguirà poi l’interrogatorio di garanzia e il confronto
con la difesa degli indagati, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere
accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.