Tweet dell’Anci con stralcidel discorso di Antonio Decaro:
Benvenuti alla 40ª assemblea Anci. Siamo a Genova, repubblicana di cuore, vento di sale, d’anima forte, così come la racconta Guccini.
Spirito di servizio è stato riconosciuto ai sindaci dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ancora una volta qui oggi ci onora e ci inorgoglisce, essendo qui all’Assemblea dell’Anci.
Presidente, Lei oggi compie 3186 giorni di servizio della Repubblica: l’hanno definita “il Presidente dei record”. Ma per me e per i miei colleghi sarà sempre “il Presidente dei Sindaci”.
Ne abbiamo viste di cose in questi sette anni passati insieme: una pandemia mondiale, città deserte, vite sospese, raccolto le macerie di edifici distrutti, eletto la prima Presidente del Consiglio donna. Abbiamo visto cambiare l’Europa.
Una cosa non è cambiata: la presenza dei sindaci. Siamo rimasti in piedi mentre i Governi cambiavano, i costi del gas schizzavano alle stelle, la terra tremava, la pioggia cadeva o mezza Italia bruciava. Mentre scoppiava una guerra europea e oggi in Medio Oriente.
Da questa assemblea, con voce umile ma decisa continuiamo a chiedere che le diplomazie di tutto il mondo si impegnino affinché la potenza distruttiva delle bombe lasci il posto alla potenza costruttiva della pace.
Noi sindaci abbiamo cercato di fare la nostra parte in questi anni, mettendo a disposizione aiuti, luoghi sicuri e i nostri servizi sociali per accogliere chi fuggiva dalla Guerra. Chi sotto le bombe ha perso tutto.
Mentre fuori dai nostri Municipi spesso il mondo sembra aver perso la ragione noi siamo rimasti lì, inchiodati alle nostre piccole e grandi responsabilità. Lo abbiamo fatto perché era giusto farlo. Perché questo Paese non può fare a meno dei suoi sindaci.
Sappiamo essere squadra nonostante le distanze o le differenze. Questa è, e deve esserlo sempre la nostra forza. Il Paese sa di poter contare sui sindaci perché sa che i sindaci, quando prendono un impegno, lo portano avanti fino in fondo.
Ci siamo confrontati sui Piani Urbani Integrati, gli importanti progetti per la riqualificazione delle nostre periferie. Alla fine, ci sembra che il Governo abbia riconosciuto che questi Piani possono continuare a essere finanziati coi fondi europei.
Non solo PUI ma anche le “Piccole e medie opere” per un valore di 6 miliardi di euro sono a rischio. Opere che sono in grandissima parte già cominciate o terminate: abbiamo già speso 3 miliardi su 6.
Sono 7794 i Comuni titolari di piccole e medie opere: sindaci che hanno ricevuto una mano tesa da Europa e Stato. Si sono sentiti parte di un disegno collettivo senza distinzioni. Per questo mi sono battuto: perché tutti si sentissero degni di attenzione.
Vi garantisco che, se insisteranno a togliere la copertura dei fondi PNRR europei a questi progetti, noi non molleremo la presa finché non ci metteranno per iscritto da quali altri fondi prenderanno i soldi per realizzarle.
Abbiamo davanti a noi mesi intensi, a cominciare dalla manovra di bilancio. Si torna alla stagione di nuovi tagli: 200 milioni sui Comuni e 100 milioni su Province e Città metropolitane tra il 2024 e il 2025.
La ricompensa più bella che avremo sarà sempre l’abbraccio di un genitore che all’apertura di un nuovo asilo nido deve salutare da lontano suo figlio, ti dice grazie perché finalmente non dovrà rinunciare al lavoro.
Sono contento che il Governo propone asili gratis per i secondi figli. Abbiamo dovuto faticare per rispettare l’impegno preso con le famiglie. Abbiamo dovuto difendere i fondi europei dimostrando di essere capaci di fare progetti e di aggiudicare gare.
PNRR: sembra sia un duello tra sindaci e Governo. Ma così non è. Sin dal primo giorno per noi sindaci è stata una partita da giocare indossando una sola maglia: la maglia dell’Italia.
È stata una doccia fredda lo spostamento dei fondi europei dai programmi che interessano i comuni. C’è stato un momento in cui la fiducia istituzionale si è incrinata. Ci siamo sentiti sul banco degli imputati pur avendo fatto meglio degli altri.
Siamo il primo comparto per investimenti nel Paese spendendo il 25% delle risorse per opere pubbliche. Abbiamo visto crescere la nostra capacità di spesa da 8,5 miliardi nel 2017 fino ai 15 miliardi che spenderemo entro la fine del 2023.
Se fossimo davvero inefficienti non avremmo fatto ripartire gli investimenti anche nel Mezzogiorno, non avremmo bandito 140 mila gare con fondi PNRR. E tutto questo in una condizione di difficoltà: abbiamo perso negli anni il 20% del personale nei Comuni.
Chi mi ha conosciuto in questi anni sa che ho condotto battaglie che tutti insieme abbiamo ritenuto giuste. E anche oggi, a pochi mesi dalla fine del mio mandato da Presidente Anci continuerò a battermi per vederci riconosciuto il nostro ruolo.