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Il cyberbullo spesso è un compagno di classe Convegno: grave anche la dipendenza dei giovanissimi dal gaming online

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Di seguito il comunicato:

Si è svolto giovedì a Roma “Wallife Young”, l’evento organizzato da Wallife, start-up che opera nel settore Insurtech per offrire protezione dai rischi derivanti dall’utilizzo improprio delle nuove tecnologie digitali, in collaborazione con l’Università LUISS, che ha visto la partecipazione di rappresentanti accademici, esperti di comunicazione e del mondo digitale confrontarsi sul tema del cyberbullismo e di come tutelare ragazzi e bambini dalle violazioni digitali.

Generazioni digitali

Secondo lo scenario illustrato da Michele Costabile, Professore ordinario di Economia e Gestione delle Imprese (Marketing) presso l’Università LUISS di Roma, dove dirige Luiss X.ITE – Centro di Ricerca su Tecnologie e Comportamenti di Mercato, stiamo vivendo un’evoluzione da una generazione di nativi digitali, la Generazione Z (nati dal 1997 al 2012), che non può immaginare la propria vita senza i dispositivi digitali, a una generazione di nativi social a tutti gli effetti, ovvero la Generazione Alpha (nati dal 2013 al 2023).

 

In questa fascia d’età, ben il 62% dei bambini inizia a usare dispositivi mobile prima dei 5 anni e, addirittura, 1 bambino su 2 possiede un device a proprio uso esclusivo.

Siamo di fronte a un utilizzo pervasivo della tecnologia, basato sull’individualità e la comunicazione one-to-one, che spesso sfugge al controllo genitoriale: quest’ultimo aspetto è ciò che differenzia le nuove generazioni da quelle precedenti, ovvero una maggiore difficoltà nell’intervenire in maniera efficace sulle interazioni con il mondo digitale.

Va infatti considerato che, se da un lato l’uso di strumenti digitali, connessi e interattivi stimola lo sviluppo di attività cognitive e il pensiero creativo, dall’altro, espone gli utenti più giovani a una serie di rischi che non possono essere sottovalutati.

In questo contesto, diventa quindi necessario aiutare ragazzi e famiglie ad avere un approccio consapevole, sensibilizzandoli sull’importanza di un utilizzo corretto della tecnologia e fornendo loro gli strumenti e le conoscenze necessarie per tutelarsi attraverso un approccio preventivo.

 

Gli esperti intervenuti hanno posto l’attenzione sull’importanza di alimentare un dibattito focalizzato su un utilizzo della tecnologia che sia sostenibile, inclusivo e intelligente, in grado di cogliere appieno i grandi vantaggi che questa offre. Per questo, il ruolo dell’educazione è cruciale e necessita di una maggiore sensibilizzazione rispetto alle responsabilità delle figure che si occupano di formare le generazioni future, come famiglie e istituzioni scolastiche. Genitori e docenti devono fare da ponte tra i ragazzi e i device tecnologici, non solo fornendo loro le conoscenze necessarie per un corretto utilizzo ma acquisendo essi stessi le competenze necessarie. Questo passaggio può essere facilitato e abilitato anche dalle aziende, che spesso operano in contesti altamente tecnologici e hanno l’expertise necessaria per aiutare scuole e famiglie in questo ambito.

 

Opportunità della tecnologia

In uno scenario di questo tipo, la tecnologia è anche il mezzo ideale per contrastare abusi e violazioni. Gian Luca Marcialis, Professore di Tecnologie Biometriche presso l’Università di Cagliari, ha presentato BullyBuster, progetto interuniversitario realizzato in collaborazione con gli atenei di Napoli, Bari e Foggia che ha portato allo sviluppo di un’app che integra intelligenza artificiale e machine learning per monitorare e tutelare i ragazzi da episodi di bullismo, cyberbullismo e violenza online, specialmente nell’ambiente scolastico.

Nel corso della tavola rotonda, moderata da Gianna Fregonara, Capo Redattrice presso il Corriere della Sera, sono intervenuti Fabio Sbianchi, Fondatore e Presidente del Consiglio di Amministrazione di Wallife; Maria Enrica Angelone, CEO di Wallife; Michele Costabile, Professore ordinario di Economia e Gestione delle Imprese (Marketing) presso l’Università Luiss di Roma; Gianluca Marcialis, Professore di Tecnologie Biometriche presso l’Università di Cagliari; Marco Camisani Calzolari, esperto di comunicazione e Divulgatore Scientifico; Manuela Baldo dell’Associazione SoprusiStop e Valerio Mammone, Direttore Editoriale di ScuolaZoo.

“Per ridurre i rischi per i giovani e garantire una navigazione sicura nel mondo digitale, è fondamentale promuovere lo sviluppo delle competenze necessarie per tutelarsi. L’incontro di oggi nasce da questa esigenza e rappresenta un’ulteriore opportunità per comprendere meglio le dinamiche di un mondo sempre più digitale a cui i nostri figli sono esposti ogni giorno. La conoscenza rappresenta il miglior strumento di difesa e solo con un utilizzo consapevole è possibile sfruttare tutte le opportunità offerte dalle nuove tecnologie. Per questo motivo, Wallife studia e analizza anche le tecnologie maggiormente usate dai ragazzi, come ad esempio il metaverso per quanto riguarda il gaming, per investigare sulle potenziali violazioni e sulle soluzioni migliori da proporre anche ai più giovani”, ha dichiarato Maria Enrica Angelone, CEO di Wallife.

Wallife è in prima linea nella tutela degli utenti dai rischi derivanti dall’utilizzo improprio delle tecnologie digitali. Nel settembre del 2022 l’azienda ha lanciato Wallife® Biometrics ID, la prima polizza che assicura l’identità digitale delle persone con un rimborso fino a € 50.000 in caso di accesso non autorizzato a conti correnti on-line, utilizzo fraudolento di carte di credito e sottrazione illecita di fondi e un rimborso fino a € 1.500 in caso di danni provocati alla reputazione online o da atti di cyberbullismo e cyberstalking.

 

 

Wallife

Wallife, fondata nel 2020 da Fabio Sbianchi e guidata dalla CEO Maria Enrica Angelone, è una start-up che opera nel settore dell’Insurtech che investiga i nuovi rischi derivanti dalle applicazioni della tecnologia in ogni fase della vita degli individui. L’obiettivo di Wallife è sviluppare prodotti assicurativi potenziati da una componente tecnologica utile a prevenire e mitigare i rischi. Wallife agisce principalmente su tre macro-aree: Biometrics, con l’approfondimento e lo studio dell’uso improprio dei dati biometrici e come questo possa compromettere l’identità digitale di ogni individuo; Genetics, ambito che comprende la ricerca dei potenziali rischi derivanti dalle manipolazioni del materiale biologico e genetico; e infine il Biohacking, un’area in cui Wallife investiga sulle vulnerabilità prodotte dall’utilizzo della medicina e tecnologia applicate all’uomo, come i dispositivi medici impiantati.

Complessivamente, Wallife ha raccolto l’interesse di oltre 40 investitori, tra cui i fondi di venture capital United Ventures e Gellify, e altri investitori, tra cui Antonio Assereto, Proximity Capital, Andrea Dini, di Aptafin.

Cyberbullismo e dipendenza nel gaming online

 


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