Utilizzare il notiziario per raccontare un accadimento personale è sgradevole ma poiché riguarda un tema di tipo pubblico è anche doveroso, nel caso specifico.
Uscito dalla banca, sul marciapiede ed in prossimità di attraversare la strada usando le strisce pedonali, chi scrive per poco non si trovava, sempre sul marciapiede, con i piedi come due petti di pollo di quelli tagliati fini. Perché? Perché il guidatore dell’automobile, sopraggiungendo in quei momenti, aveva pensato bene di salire con le ruote di destra sul marciapiede proprio in corrispondenza delle strisce pedonali e percorrere alcuni metri, tutto questo al fine di parcheggiare la vettura come si vede nella foto: sul marciapiede. Sceso dall’auto il guidatore, chi scrive gli ha detto della cosa di cui si era reso capace, ricavandone in risposta “bugia”. Sollecitato, da chi scrive, a togliere l’auto da lì, il guidatore ha detto “cinque minuti” perché stava entrando in banca e, informato da chi scrive del fatto che la cosa sarebbe stata segnalata alla polizia locale, “e chiama i vigili.” Chi se ne frega, insomma. Chi se ne frega della polizia locale, chi se ne frega del segnale di pericolo per la presenza del passaggio a livello, chi se ne frega degli altri che camminano a piedi.
Questo è l’atteggiamento di pochi?, pochissimi?, molti?, moltissimi?, che intendono l’uso dell’automobile come uno strumento di potere, inteso come dominanza, nei confronti dei pedoni. In condizioni del genere, dunque, manco sui marciapiedi può stare, chi cammina a piedi.
Naturalmente la segnalazione è stata fatta. Il rispetto dei pedoni, piaccia o no a chi usa l’auto, deve venire sopra tutto. Perché il pedone può non essere uno che ha i mezzi per denunciare questi soprusi ma può essere un disabile, un bambino in carrozzina con la mamma, un’anziana o un anziano, un debole. Che, chiunque sia, per le strade della sua città, deve sentirsi rispettato e protetto. Triste rilevare che attualmente non è così.