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Sparo di capodanno dalla pistola del parlamentare: fare chiarezza, lo si deve anche a Foggia Il presidente del consiglio comunale della città pugliese fu coinvolto in un caso analogo

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A capodanno del 2021 il presidente del consiglio comunale di Foggia, Leonardo Iaccarino, sparò con una pistola. Inoffensiva, disse: un giocattolo che non avrebbe fatto male a nessuno. Ma l’indignazione pubblica fu tale che Iaccarino, dopo aver detto che era stata una cosa inopportuna, di dimise. Salvo poi ripensarci ed accusare il sindaco Franco Landella. Poi a Foggia le cose, nel giro di pochi mesi, presero la piega delle infiltrazioni mafiose e dovettero andarsene tutti. Ora Foggia, dopo il periodo di commissariamento, ha un’altra amministrazione comunale in carica e prova a ripartire. Quella notte con quegli spari rappresentò uno dei punti più bassi, comunque. Anche in ambito istituzionale: perché quegli spari erano indegni di un ruolo istituzionale.

Ora l’accaduto in Piemonte. Alla festa del sottosegretario per capodanno si è presentato il deputato Emanuele Pozzolo. Titolare e, nel caso specifico, possessore, di una pistola. Uno sparo da quell’armadio ha colpito il nipote di un componente la scorta del sottosegretario. Il partito al quale fa capo il possessore della pistola, Fratelli d’Italia, ha immediatamente detto che non è da considerarsi un caso politico. Il parlamentare ha ammesso che la pistola è sua ma ha detto che non ha sparato lui. Poi si è avvalso dell’immunità parlamentare, essendosi comunque sottoposto all’esame stub ieri mattina.

Non è un caso politico questo? O, peggio, un caso istituzionale? Un rappresentante del popolo che non contribuisce a fare chiarezza dei suoi comportamenti? E la responsabile del contesto di maggioranza e di governo, perché non dice una parola?

Fare chiarezza. Lo si deve anche a Foggia la cui immagine, in particolare in quei giorni, ne fu distrutta. Casi analoghi non possono avere evoluzioni diverse.


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