Oggi sciopero di otto ore. Si fermano i lavoratori delle aziende dell’indotto Ilva, imprese molte delle quali sono del territorio tarantino. Vantano crediti per sessanta milioni di euro, non riscossi, e per loro la situazione è critica. E i dipendenti,circa cinquemila complessivamente, sono senza stipendi: anche da sei mesi. Sciopero e sit-in davanti alla prefettura di Taranto. Questa azione di protesta arriva alla vigilia del decreto del governo.
Ieri, in una conferenza stampa, i responsabili del comitato tarantino dei cittadini liberi e pensanti, hanno detto la loro a proposito delle costituzioni di parte civile al processo “Ambiente svenduto”. Quel comitato cittadino è stato escluso, perché non, ha stabilito il giudice, ancora non esisteva, quando erano state consumate le attività oggi contestate. Ma quelli dei liberi e pensanti protestano perché sono stati ammessi fra le parti civili gli enti locali e i sindacati, ritenuti responsabili anch’essi, del disastro ambientale tarantino, perché non hanno adeguatamente controllato (nel migliore dei casi).