Di seguito alcuni comunicati diffusi dalla Regione Puglia:
L’assessore alla Sanità, Rocco Palese e il direttore del Dipartimento della Salute hanno firmato con i sindacati rappresentativi della medicina generale (Fimmg, Snami, Smi) un protocollo d’intesa per il potenziamento della medicina territoriale.
Il protocollo arriva anche dopo la gestione sul territorio regionale dei recenti piani emergenziali e individua i percorsi e le competenze di chi è direttamente coinvolto.
“L’accordo – spiega l’assessore Palese – arriva dopo un anno e mezzo di lavoro comune. Posso esprimere grande soddisfazione perché fissiamo regole certe per il futuro e ampliamo orari e servizi per i pazienti che possono continuare a rivolgersi ai loro medici di medicina generale con rinnovata fiducia. Ringrazio le organizzazioni sindacali e i professionisti del dipartimento che hanno raggiunto questo importante risultato”.
“Abbiamo lavorato a lungo insieme – concorda il direttore Montanaro – e l’accordo è stato trovato ed è soddisfacente sia per la Regione che per le rappresentanze dei medici di medicina generale”.
L’intesa tra la Regione Puglia e le Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative dei Medici di Medicina Generale nel rispetto dell’Accordo Collettivo Nazionale – Acn, in coerenza con le strategie e le finalità del Servizio Sanitario Regionale disciplina il rapporto con i MMG nella parte della contrattazione regionale.
Le attività di assistenza per la medicina generale, svolte esclusivamente dai MMG, concorrono alla realizzazione degli obiettivi fissati:
1. Piano Nazionale Cronicità (P.N.C.);
2. Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (P.N.P.V.) 2017-2019;
3. Accessi impropri ai Pronto soccorso;
4. Governo delle liste d’attesa e appropriatezza prescrittiva.
L’intesa, sulla scorta di quanto definito nei diversi livelli della programmazione socio-sanitaria, garantisce un’assunzione condivisa di responsabilità nelle scelte di politica sanitaria e di governo clinico, in particolare:
1. riconosce e conferma che il rapporto che si instaura tra le Asl ed i MMG per lo svolgimento dei compiti e delle attività previste dall’ACN e dall’Accordo Integrativo Regionale (A.I.R.), è di “lavoro autonomo parasubordinato, convenzionato”. I compiti e le funzioni del MMG non possono essere esercitati o affidati ad Enti privati;
2. persegue gli obiettivi di salute definiti dalla programmazione regionale con particolare riguardo agli aspetti legati alla prevenzione e ai bisogni di salute degli assistiti con fragilità, non autosufficienti o con patologia rara o quadro clinico complesso;
3. individua nelle Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) e nelle Unità Complesse di Cure Primarie (UCCP) modelli organizzativi finalizzati a creare una rete di offerta in grado di assicurare oltre alla continuità assistenziale, un processo teso al miglioramento della qualità dell’assistenza e dell’appropriatezza dei percorsi di cura, con l’obiettivo di garantire la partecipazione di tutti i medici di assistenza primaria a ciclo di scelta e quindi una rete di ambulatori – presidi del Sistema Sanitario Nazionale – e servizi, capillare ed efficiente su tutto il territorio regionale, in grado di assicurare la continuità assistenziale. Tale sviluppo e la integrazione di tutte le figure professionali impegnate nei servizi territoriali sono i punti qualificanti di un processo teso al miglioramento della qualità dell’assistenza e dell’appropriatezza dei percorsi di cura;
4. definisce le risorse con l’obiettivo di fornire ai medici di assistenza primaria a ciclo di scelta gli strumenti di carattere strutturale e le necessarie risorse umane, nei limiti della consistenza dei fondi regionali costituiti ab origine e disponibili, per il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla programmazione regionale.
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Apre un nuovo centro screening mammografico nel cuore di Bari. Si tratta dell’undicesimo presidio dedicato alla prevenzione della rete ASL, ospitato nella sede del distretto unico in via Caduti di via Fani e dotato di un mammografo 3d che potrà soddisfare il bisogno assistenziale delle donne residenti nei quartieri Madonnella, Libertà, Bari vecchia e Murat.
Ieri mattina, al taglio del nastro, hanno partecipato il presidente della Regione Michele Emiliano, l’assessore alla Sanità Rocco Palese e il direttore generale della ASL Antonio Sanguedolce, accompagnato dal direttore sanitario Luigi Rossi e il direttore del Dipartimento di prevenzione Fulvio Longo, insieme a cittadini e associazioni di volontariato. Sul posto sono intervenute anche: la coordinatrice del Centro Screening Sara De Nitto e la direttrice del distretto unico Rosella Squicciarini.
“Questo è l’ennesimo nuovissimo mammografo acquistato per effettuare gli screening – ha dichiarato il presidente Emiliano – che solo pochi anni fa erano stati sostanzialmente azzerati e sono stati in buona parte riattivati. Arrivano le lettere a casa nella fascia di età prevista. Prego tutte le donne che ricevono la comunicazione di non perdere l’opportunità. Il sistema degli screening dei cosiddetti big killer, tra cui c’è il tumore alla mammella, è stato ricostruito da zero e sta andando a regime. Ed è uno dei motivi per i quali la sanità pugliese ha guadagnato molte posizioni in Italia nel garantire livelli essenziali di assistenza. Le mie congratulazioni alla Direzione Strategica della ASL di Bari che in pochi anni ha ristrutturato totalmente il sistema. Ringrazio anche tutte le operatrici e gli operatori, comprese le donne che si sottopongono a questo screening perché danno una mano al sistema sanitario, consentono di intervenire meglio, con minori danni e anche con minori costi”.
La ASL allarga così la rete dei centri dedicati alla prevenzione senologica che ad oggi sono tre nell’area metropolitana compresi Ospedale San Paolo e Di Venere e otto nel resto del territorio provinciale. I centri passano così da 10 a 11 e sono distribuiti tra sei ospedali (Di Venere, San Paolo, Altamura, Corato, Molfetta, Putignano) e cinque poli territoriali (oltre a Bari, il PTA di Conversano e i poliambulatori di Mola, Casamassima e Monopoli).
Per l’assessore Palese, “è sempre importante ciò che riguarda la prevenzione. Ed è estremamente importante in un contesto di screening mammario, dove arrivare con una diagnosi precoce significa aumentare le possibilità di guarigione. Inoltre, gli screening nei presidi territoriali o di prossimità consentono un migliore accesso anche rispetto agli ospedali”.
Le prime mammografie saranno eseguite in via Fani a partire da domani 5 marzo. Al momento sono state già invitate circa 200 donne distribuite nel mese di marzo, in due giornate a settimana.
“Questo centro – ha confermato il direttore generale Antonio Sanguedolce – è da oggi a disposizione di 10mila donne residenti nei quartieri Madonnella, Libertà, Bari Vecchia e Murat, che potranno contare su un centro di riferimento pubblico territoriale, per la prevenzione e la diagnosi del tumore al seno, senza più il disagio di doversi necessariamente spostare fuori dal centro cittadino. Si tratta di un bacino di utenza notevole, circa un terzo delle 27mila donne in fascia screening residenti nel capoluogo, il che significa che il nuovo ambulatorio avrà un forte impatto sulla erogazione del servizio”.
All’interno del centro screening di via Fani è stato installato un mammografo di nuova generazione, con lo stesso alto livello di performance di quelli presenti negli altri ospedali e ambulatori. Saranno eseguiti anche gli approfondimenti di primo livello- base, quali ecografie, visite senologiche e mammografie 3D. Ad operare ci saranno un medico e un tecnico di radiologia medica dedicato.
Gli ambienti del centro screening al piano -1 del distretto di via Fani sono stati riqualificati e adattati alle esigenze sanitarie dell’utenza, nel rispetto di standard di accoglienza e sicurezza. Il percorso prevede l’accesso da una ampia zona di ingresso, e prosegue in una accogliente sala di attesa, dotata di servizi igienici, adiacente alla stanza che ospita il mammografo e dove saranno, quindi, eseguiti gli esami mammografici. A disposizione del personale c’è anche una seconda stanza in cui saranno effettuati ecografie e rilasciati i referti.
Attualmente sono in servizio in tutta la rete ASL 14 mammografi digitali dotati di tecnologia 3D di ultima generazione acquistati e installati a partire dal 2020, per un investimento complessivo di 2.826.660 euro (comprendente anche i lavori complementari di installazione) interamente finanziato con fondi FESR 2014/2020, grazie al quale è stato completato il rinnovo totale del parco tecnologico della ASL Bari. Inoltre, rimangono comunque a disposizione altri 3 mammografi digitali, per un totale di 17, collocati presso l’ospedale di Altamura, il “Don Tonino Bello” di Molfetta ed il PTA di Gioia del Colle (quest’ultimo utilizzato solo per la senologia clinica).
Il miglioramento tecnologico
Dal punto di vista tecnologico, i mammografi in dotazione alla rete rappresentano un enorme passo in avanti per le indagini senologiche e lo screening di massa per la prevenzione del cancro alla mammella. La funzionalità della mammografia 3D integrata, dotata di tomosintesi per individuare le lesioni di più piccole dimensioni, fornisce un quadro estremamente nitido e dettagliato per il rilevamento e la diagnosi del carcinoma mammario, con una vista in tre dimensioni ottenuta impiegando la stessa dose dell’acquisizione 2D standard. In sostanza, si determinano tre concreti vantaggi: maggiore qualità delle immagini, diagnosi migliori e più rapide, minore impatto sulla paziente.
Le indagini di secondo livello
Per gli approfondimenti diagnostici, inoltre, la ASL Bari si è dotata di due postazioni specializzate (negli ospedali Di Venere e San Paolo di Bari) per eseguire indagini 3D per la diagnosi precoce e il trattamento del tumore al seno. Si tratta della Biopsia stereotassica con guida mammografica tridimensionale, ossia un prelievo minimamente invasivo di frammenti mammari che viene eseguito nelle donne con test di screening dal risultato dubbio e che permette al medico di individuare lesioni anche di 2 millimetri e comprendere meglio la tipologia di micro-calcificazione.
Di recente – come già per il San Paolo – anche all’Ospedale Di Venere c’è la possibilità di eseguire la mammografia con mezzo di contrasto. La metodica definita CEM (Contrast-Enhanced Mammography) è una indagine di secondo livello avanzata, impiegata per individuare lesioni neoplastiche della mammella e garantisce immagini di alta precisione. La CEM è una valida alternativa alla risonanza magnetica per quasi tutti i casi, tranne nello studio delle protesi e delle patologie quali papillomatosi, oltre ad essere molto più tollerata dalle pazienti, vista la rapidità dei tempi di esecuzione.
La ASL ha raddoppiato così l’offerta assistenziale per quanto riguarda le diagnosi di tumori maligni al seno nell’ambito dello screening, fornendo risposte più veloci alle pazienti che si rivolgono ai centri senologici dell’azienda sanitaria.
Screening mammografico: nel 2023 rintracciati 548 tumori al seno
Nel 2023 lo screening mammografico – di cui è responsabile la dottoressa Alessandra Gaballo – ha raggiunto l’80,5% della estensione, con 71.586 inviti generati e 40.149 mammografie effettuate. Nell’anno appena concluso, in tutta la ASL si è registrato quasi un raddoppio di esami mammografici che nel 2022 erano 28.227 e nel 2023 sono stati 40.149 con un più 42,2%. Sono state eseguite quasi 12mila mammografie in più in un anno nei 10 centri screening della ASL distribuiti su tutto il territorio provinciale. Ottimo anche il risultato della adesione, che si è attestata al 60,7%, in aumento rispetto al 48% dell’anno precedente. Stando alle linee guida nazionali il 60% della adesione, infatti, consente di ridurre del 30% la mortalità per il tumore al seno. Le procedure mammografiche di secondo livello avanzato – eseguite nei centri del San Paolo e del Di Venere – sono state complessivamente 1319 con il riscontro di 548 neoplasie.
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È stato presentato ieri mattina, nella sala delle conferenze al V Piano della sede della Regione Puglia di via Gentile, a Bari, lo schema di Accordo di collaborazione per la realizzazione della programmazione regionale di interventi a valenza sociale per persone sorde o con ipoacusia in contesto universitario a valere sulle risorse del “Fondo per l’inclusione delle persone sorde o con ipoacusia”, sottoscritto con l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, l’Università del Salento, l’Università degli Studi di Foggia ed il Politecnico di Bari.
Sono intervenute: l’assessora al Welfare della Regione Puglia Rosa Barone; la direttrice del dipartimento Welfare della Regione Puglia Valentina Romano; la professoressa Gabrielle Coppola, delegata del Rettore alla disabilità e DSA dell’Università degli Studi di Bari, in rappresentanza dell’Università del Salento, la professoressa Paola Angelelli; la professoressa Annamaria Petito, delegata rettorale alle Politiche di Genere e di Inclusione dell’Università degli Studi di Foggia; in rappresentanza del Politecnico di Bari, la delegata al Welfare e alle Pari Opportunità, prof.ssa Giulia Annalinda Neglia.
L’Accordo di collaborazione rientra tra le azioni indicate dal DPCM del 14 febbraio 2023, e per cui sono state assegnate alla Regione Puglia risorse finanziarie per oltre 550 mila euro, con cui viene avviata una importante progettazione comune delle università pugliesi finalizzata all’inclusione, alla sensibilizzazione e alla promozione della cultura della sordità e della Lingua Italiana dei Segni e della Lingua Italiana dei Segni Tattile nella popolazione studentesca e presso il personale Tecnico Amministrativo e docente delle Università, e in modo più ampio nei territori. Con lo schema di Accordo di collaborazione sarà così possibile soddisfare le esigenze degli studenti sordi e ipoacusici sia attraverso l’attivazione ovvero il potenziamento del servizio di interpretariato che attraverso l’acquisto di tecnologie in grado di abbattere le barriere comunicative; favorire l’inclusione sociale attraverso il potenziamento del tutoraggio offerto agli studenti con disabilità uditive nonché attraverso corsi di sensibilizzazione alla LIS/LIST rivolti all’intera comunità universitaria; contribuire all’abbattimento delle barriere comunicative sia presso sportelli aperti al pubblico che nell’ambito degli eventi culturali universitari nonché, in presenza di risorse disponibili, anche degli eventi esterni patrocinati dalle stesse università.
“Oggi – ha dichiarato l’assessora al Welfare della Regione Puglia Rosa Barone – abbiamo presentato un importante Accordo di collaborazione che vede nel lavoro congiunto un punto di forza essenziale, utile e necessario per raggiungere importanti traguardi e obiettivi nell’interesse dei tanti concittadini sordi o ipoacusici. L’orientamento assunto in sede di incontro con le Università è stato condiviso con ENS-Consiglio Regionale Pugliese, con cui esiste un proficuo rapporto e che ringrazio per il grande spirito di collaborazione e sinergia. Così come ringrazio il garante della disabilità, con cui ci confrontiamo costantemente”.
“Il lavoro sinergico – ha proseguito l’assessora – è, da sempre, alla base del nostro operato quotidiano in linea anche con quanto stabilito nel V Piano Regionale delle Politiche Sociali che mette al centro la persona in ogni sua sfaccettatura affinché nessuno possa restare indietro, ai margini, perché ogni diversità deve diventare ricchezza per l’intera comunità. Potremo così non solo rafforzare il servizio di interpretariato in Lingua dei Segni Italiana (LIS) ma soprattutto promuovere ed aumentare la cultura dell’inclusione delle disabilità sensoriali per la comunità accademica e per tutti. Dobbiamo dare opportunità soprattutto a chi rischia di non averne, questo rappresenta un dovere morale prima ancora che istituzionale”.
“Il lavoro sinergico delle università pugliesi, che ringrazio – ha spiegato la direttrice del dipartimento Welfare della Regione Puglia Valentina Romano – consentirà di soddisfare le esigenze degli studenti sordi ed ipoacusici, sia attraverso l’attivazione e il potenziamento del servizio di interpretariato, che attraverso l’acquisto di tecnologie in grado di abbattere le barriere comunicative. Sarà anche favorita l’inclusione sociale attraverso il potenziamento del tutoraggio e con l’attivazione di corsi di sensibilizzazione alla LIS/LIST rivolti all’intera comunità universitaria”.
La professoressa Gabrielle Coppola, delegata del Rettore alla disabilità e DSA dell’Università degli Studi di Bari, ha aggiunto: “Siamo molto orgogliosi di questa ulteriore collaborazione tra i delegati alla disabilità degli Atenei pugliesi e ringraziamo la Regione Puglia per la fiducia e tutto l’apparato tecnico-amministrativo che ha supportato la fase di progettazione avviata sin dal mese di Luglio 2023 e la prossima realizzazione delle azioni previste. Le linee di azione in cui credo fortemente e che avranno un maggiore impatto culturale in termini di diffusione della lingua LIS/LIST, ormai ufficialmente riconosciute come lingue ufficiali sono due. La prima consta nella organizzazione di ben 11 corsi di sensibilizzazione alla LIS/LIST rivolti all’intera comunità universitaria (studenti, docenti e personale TA). La seconda azione, che abbiamo voluto con forza, consiste nel finanziare l’interpretariato LIS non solo per eventi culturali promossi in UniBa, ma anche da enti e associazioni esterni e rivolti alla comunità, che abbiano riconosciuto valore culturale”.
Per Annamaria Petito, professoressa dell’Università degli Studi di Foggia delegata rettorale alle Politiche di Genere e di Inclusione, “le azioni programmatiche previste intendono promuovere la diversità, l’equità e l’inclusione sociale favorendo la cultura del benessere psicologico, così come indicato dall’obiettivo 3 ‘Garantire la salute e promuovere il benessere per tutti e a tutte le età’ e l’obiettivo 10 ‘Ridurre le disuguaglianze all’interno dei e fra i paesi’ dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Ciò è reso possibile dalla grande sensibilità, l’impegno e il lavoro svolto dal Dipartimento Welfare è sostenuta dal finanziamento ministeriale su proposta dell’assessora al Welfare Rosa Barone di concerto con l’assessore all’Istruzione Sebastiano Leo. Con questa intesa, l’Università di Foggia insieme agli Atenei pugliesi si impegna nella costruzione di ponti e reti territoriali per promuovere la coesione sociale”.
“Il Politecnico di Bari – ha osservato il professor Floriano Scioscia, delegato del rettore alla Integrazione per le persone diversamente abili – conferma la collaborazione con l’assessorato al Welfare e con gli altri atenei della Regione Puglia per rendere più efficaci le politiche di inclusione delle persone sorde e con ipoacusia, sia nelle comunità universitarie, sia nei territori. Con questo progetto, in particolare, potremo potenziare l’accessibilità dei servizi universitari e il supporto alla didattica, favorire la conoscenza e la sensibilizzazione sui temi dell’inclusione tra gli studenti, i docenti e il personale tecnico-amministrativo, coinvolgere la cittadinanza in una serie di eventi tematici. L’obiettivo comune è rendere le università luoghi davvero inclusivi per tutti”
“L’inclusione degli studenti sordi all’università – ha chiosato la professoressa Paola Angelelli, rappresentanza dell’Università del Salento – offre loro la possibilità di formarsi e di migliorare le competenze per l’inserimento nel lavoro, mentre favorisce la socializzazione e il confronto esterno. Tuttavia, ciò rappresenta una sfida che richiede sensibilizzazione sulla cultura della sordità e sulle lingue dei segni presso il personale universitario e nel territorio, ora riconosciute come lingue ufficiali. L’Università del Salento, nell’ambito delle linee programmatiche concordate con le altre università pugliesi grazie al Fondo sociale delle persone sorde o ipoacusiche, in accordo con l’Assessorato al Welfare, Politiche di Benessere sociale e Pari opportunità ha sviluppato un progetto esecutivo articolato in diverse misure che accoglie tale sfida, a beneficio sì delle persone sorde, ma anche di tutta la comunità accademica e del territorio”.