Taranto, città dei tre mari. Il terzo è quello dei soldi. Due miliardi di euro per la città, Quelli necessari, anzi urgenti, del resto, per rimettere a posto le cose. Risanamento ambientale e adeguamento alle prescrizioni dell’autorizzazione integrata ambientale: oltre un miliardo di euro. Altri ottocento milioni per il porto e le altre infrastrutture. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, spiegando il decreto per Taranto e l’Ilva, decreto varato oggi dal Consiglio dei ministri. Ha detto, il premier, che si è trattato di un provvedimento emozionante e che Taranto è stata troppo umiliata dalla politica, nel tempo. L’Ilva andrà in amministrazione straordinaria dal mese prossimo per 18-36 mesi, saranno nominati tre commissari.
Poiché si tratta di un impegno veramente sontuoso, così come espresso, si prevedano (dunque, lo si faccia prima) meccanismi di controllo di assoluto rigore perché i fondi stanziati vengano utilizzati nel modo giusto. L’Italia ci ha abituati a troppe nefandezze in tema di ruberie di soldi pubblici, anche negli ultimi periodi, celate sotto la sacrosanta esigenza di risolvere le emergenze. Com’è Taranto.