Nella foto, l’interno dell’auto di famiglia di Aldo Moro. Una Peugeot 403 familiale del 1960 oggi appartenente ad un collezionista originario di Taranto. Sul cruscotto è stata sistemata una foto di Moro e la moglie.
Aldo Moro, che fu rapito il 16 marzo 1978 dalle brigate rosse. Furono uccisi i cinque uomini di scorta: Raffaele Iozzino, Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera e Francesco Zizzi.
Lo statista pugliese stava andando alla Camera, da parlamentare e presidente della Democrazia cristiana, per il dibattito sulla fiducia al governo. I terroristi agirono alle 9,03 del 16 marzo 1978 in via Mario Fani, a Roma. Il 9 maggio Aldo Moro fu ucciso.
Fu però, ancora più dell’assassinio dopo 55 giorni di sequestro, il sequestro stesso a segnare la frattura tra l’Italia del prima e l’Italia del dopo. Qualsiasi italiano in età della ragione in quel periodo, ricorda alla perfezione il momento della sua vita in cui seppe del rapimento che sconvolse il Paese: la cosa più grave nella storia dell’Italia repubblicana, la notte della Repubblica.