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Legge acqua pugliese impugnata dal governo: Regione Puglia, “atto politico gravissimo” Oggi la decisione del Consiglio dei ministri

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Stralcio del comunicato diffuso dalla presidenza del Consiglio dei ministri:

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, ha esaminato ventisette leggi delle regioni e delle province autonome e ha quindi deliberato di impugnare la legge della Regione Puglia n. 14 del 28/03/2024, recante “Disposizioni per la gestione unitaria ed efficiente delle funzioni afferenti al Servizio idrico integrato”, in quanto talune disposizioni sono in contrasto con l’art. 117, primo e secondo comma, lettere e), l) ed s), della Costituzione, con riguardo al rispetto del diritto europeo e alla competenza esclusiva dello Stato in materia di tutela della concorrenza, ordinamento civile e tutela dell’ambiente. Inoltre, gli “incentivi ai comuni pugliesi per la costituzione di una società […] per l’esercizio unitario ed efficiente delle funzioni comunali afferenti alla gestione del Servizio idrico integrato (SII)” (articolo 1), possono costituire un’interferenza del legislatore regionale sulla scelta delle modalità di affidamento del SII, per legge riservata all’Ente di governo. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato segnala, infine, che: l’articolo 4, comma 1, del Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica (TUSPP) stabilisce che le amministrazioni pubbliche possono costituire, acquisire o mantenere partecipazioni esclusivamente in società che abbiano per oggetto la produzione di beni o servizi strettamente necessari per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali, circostanza non riscontrabile nel caso in esame; l’articolo 16, comma 3, del TUSPP stabilisce che la società in house deve realizzare oltre l’80 per cento del proprio fatturato svolgendo i compiti a essa affidati dagli enti pubblici soci.

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Di seguito un comunicato diffuso dalla Regione Puglia:


Il Consiglio dei Ministri ha impugnato la legge pugliese che, in ossequio al vittorioso referendum sull’acqua pubblica del 2011, garantiva la gestione del servizio idrico integrato da parte dei Comuni Pugliesi. Legge approvata all’unanimità dalla assemblea dei Comuni Anci e a larghissima maggioranza, anche col voto di alcune forze di opposizione, dal Consiglio Regionale della Puglia.

Il presupposto in base al quale la legge viene impugnata è che affidare il servizio idrico integrato ai Comuni pugliesi e non metterlo a gara, potrebbe avere dei profili di incompatibilità con le previsioni comunitarie in tema di concorrenza.

“Si tratta di un atto politico gravissimo che intende impedire il mantenimento in mano pubblica del servizio idrico integrato della regione Puglia e favorire la gestione da parte di privati. La gestione pubblica del Servizio Idrico Integrato nell’esperienza pugliese ha garantito criteri di efficienza e sostenibilità, nel rispetto del principio dell’accesso equo alla risorsa idrica. Una gestione prudente, con dinamiche tariffarie molto contenute nel tempo, improntata alla creazione di valore per la collettività e non per i dividendi azionari. Valore da sempre reinvestito nell’azienda per garantire elevati livelli di investimento e quindi di servizio.

L’atto del governo è una vera e propria dichiarazione di guerra nei confronti dei cittadini pugliesi ed italiani che credono nella proprietà pubblica dell’acqua. Reagiremo in maniera forte, chiamando a raccolta tutte le forze migliori della Puglia e dell’Italia perché si oppongano decisamente a questo disegno che favorisce le multinazionali a discapito di Comuni e Regioni”. Lo dichiara il presidente della Regione Puglia. 


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