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Le vie della lana: la taverna di San Paolo di Civitate, i tratturi da San Severo a Serracapriola, la devozione per San Michele Arcangelo Seconda tappa del documentario

tratturo nei pressi di San Paolo di Civitatejpg

Di seguito il comunicato:

Lungo il Regio tratturo L’Aquila-Foggia, in uno dei tratti più suggestivi, quello del territorio dell’antica città romana di Teanum Apulum, con stazioni nella Taverna di San Paolo di Civitate, e poi nella doganella di Passo San Giacomo a Serracapriola, per secoli porte di ingresso ai verdi pascoli del Tavoliere delle Puglie per i pastori transumanti. E poi ancora ascensione sul Gargano, a Monte Sant’Angelo, per raccontare la devozione millenaria e ancora viva per San Michele Arcangelo, protettore dei pastori e dei pellegrini, delle greggi e delle grotte. 

Dopo la dogana di Foggia e il Tavoliere delle Puglie, queste le nuove tappe della “Le Via della Lana”, documentario destinato al mercato televisivo nazionale e internazionale, in fase di realizzazione, a firma di Kairostudio, e del regista Daniele Di Domenico: un viaggio di oltre 240 chilometri, da Foggia a L’Aquila, lungo il Tratturo Magno ed altri regi tratturi, le vie d’erba che i pastori hanno utilizzato per secoli, assieme a milioni di pecore, dai pascoli estivi sugli altopiani dell’Appennino in Molise e in Abruzzo a quelli invernali della più mite Puglia, per raccontare finalmente in modo unitario e completo, la civiltà della transumanza che l’Unesco ha dichiarato dal 2019 Patrimonio Culturale Immateriale dell’umanità.

La Taverna del ponte di Civitate fu fatta costruire dallo stesso Alfonso di Aragona, che, a metà del ‘400, riorganizzò una pratica già antica di secoli, quella della transumanza, in un sistema fiscale, logistico e giuridico codificato, attraverso i tratturi, le vie d’erba larghe 111,6 metri, ad uso esclusivo del passaggio, in autunno e poi in primavera, delle imponenti greggi; egli trasformò così la pastorizia e il mercato della lana in una delle voci economiche più importanti del regno, che tale rimase fino all’abolizione della Dogana ad opera dei Francesi, con un decreto di Giuseppe Bonaparte nel 1806.

Ad accogliere e a fare da guida alla troupe a San Paolo di Civitate, Raffaella Corvino, responsabile comunale del sistema museale e archeologico.

“La taverna, oltre che porta di accesso al Tavoliere, dove si pagava la fida – spiega Corvino -, era anche un luogo di ristoro e sosta dei transumanti. Importante testimonianza è rappresentata dalla  Pandetta, sulla facciata a destra del portone di ingresso, con incise le varie tariffe per l’attraversamento del fiume Fortore. Ma non dobbiamo dimenticare che il tratturo è stato utilizzato in tempi antichissimi, come è testimoniato dall’anfiteatro romano di Teanum Apulum, recentemente scoperto, risalente al II secolo dopo Cristo, a conferma dell’importanza strategica di questo territorio, proprio in virtù dell’economia e degli scambi commerciali che ruotavano intorno alla pastorizia”.

A corroborare l’ipotesi che il Tratturo Magno ricalchi i percorsi della transumanza ben più antichi, del resto, i tanti e preziosi reperti conservati nel  Museo archeologico di Civitate.

“L’intero comprensorio – prosegue Corvino – è interessato ora da progetti di valorizzazione del Tratturo Magno, a cura della Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio Bat-Foggia, e della Regione Puglia, incentrati anche sulla mobilità dolce, in un percorso che dalla Taverna arriva fino alle porte di San Severo. A maggior ragione, ritengo dunque che raccontare e fare conoscere la civiltà della transumanza ad un ampio pubblico, sia importante, perché il Tratturo Magno e gli altri tratturi, ancora oggi, sono custodi di culture e tradizioni che si sono incontrate e contaminate, arricchendosi a vicenda, e tutto ciò rappresenta un patrimonio dell’intero Paese”.

Altro luogo iconico che “Le vie della lana” ha attraversato è quello di Serracapriola, poco più a nord, con la sua doganella di Passo San Giacomo, dove il Tratturo Magno si ricongiunge al tratturo Centurelle – Montesecco nell’omonimo colle, varcato il fiume Saccione, e dove era situata la prima postazione per la “conta delle pecore”  prima di proseguire verso San Paolo di Civitate.

La trama narrativa, seguendo l’invisibile filo bianco della devozione religiosa, presente su tutto il Tratturo Magno, ha poi portato “Le vie della Lana” a Monte Sant’Angelo, nella “Celeste Basilica”, ovvero nel meraviglioso santuario di San Michele Arcangelo, dove ad accogliere la troupe è questa volta Immacolata Aulisa, docente presso il dipartimento di Ricerca e Innovazione Umanistica dell’Università di Bari.

“La profonda devozione per San Michele da parte dei transumanti – spiega Immacolata Aulisa – trova fondamento nella ricerca di aiuto e protezione che i pastori rivolgevano all’Arcangelo lungo i percorsi che dall’Abruzzo, dal Lazio e dal Molise li conducevano in Puglia. L’asprezza dei territori che dovevano attraversare, la difficoltà di trasferire uomini e animali lungo i tratturi e i tratturelli comportava uno stato di precarietà della propria esistenza tale da indurre i transumanti ad affidarsi ad un santo guerriero, venerato anche come il santo degli umili, il santo che protegge la salute e assicura prosperità nelle incerte stagioni dell’anno. L’Arcangelo Michele è un santo potente: nelle Sacre Scritture, infatti, viene descritto come il principe delle milizie celesti, come l’angelo che va in aiuto del popolo d’Israele prima e di tutti i cristiani poi. E’ dunque il difensore di tutti coloro che lungo il cammino, sia spirituale che fisico, hanno bisogno di protezione. E’ l’angelo invocato per la guarigione dalle malattie, altro aspetto fondamentale per i pastori che dovevano affrontare un percorso lungo e rischioso, fisicamente sfibrante, con la costante preoccupazione che le malattie potessero contagiare se stessi e le proprie preziose greggi. Infine, il culto per San Michele Arcangelo è legato alle grotte, come conferma la stessa grotta del santuario sul Monte Gargano, meta di pellegrinaggio dal V secolo. E le grotte erano fondamentali per offrire riparo ai pastori transumanti”

Non è dunque un caso che le due date in cui si festeggia san Michele sul Gargano,  l’8 maggio e il 29 settembre, coincidono con i due cicli stagionali della transumanza estiva e invernale e segnavano le date ufficiali di apertura e chiusura della Regia Dogana della Mena delle Pecore di Puglia”.

Il viaggio, a piedi e in camper, del documentario, proseguirà in Molise e poi in Abruzzo, per concludersi a L’Aquila e sugli altopiani del Gran Sasso. Alla ricerca di quello che è ancora vivo e presente della civiltà millenaria della pastorizia, delle tracce di una storia comune, sedimentata nelle tradizioni, nelle economie locali, nei dialetti, nella devozione religiosa, nella gastronomia e nella musica, con l’obiettivo di far conoscere ad un ampio pubblico un percorso che mantiene una grande valenza culturale e ha un enorme potenziale di valorizzazione turistica.

Il documentario è finanziato dall’Unione Europea – Next Generation EU – PNRR Transizione Digitale Organismi Culturali e Creativi e si fregia del sostegno della Camera di Commercio Gran Sasso d’Italia, della Camera di Commercio Chieti Pescara e del Comune di Cugnoli, nonchè della sponsorizzazione della Cantina Marramiero di Rosciano, in provincia di Pescara.

La forma narrativa de “Le vie della Lana” è già stata sperimentata per la prima volta da Kairostudio nel 2022, per la realizzazione de “I Giganti del Mare”,  film documentario che racconta l’affascinante storia dei trabocchi, un viaggio di 130 miglia nautiche in barca a vela, lungo le coste di Abruzzo, Molise e Puglia. Il documentario è andato poi in onda su Raitre, all’interno del programma Geo, totalizzando una media di ascolti superiore al 10% di share, pari a 1 milione di telespettatori, e attualmente è distribuito su piattaforma Samsung TV, nei territori UK, US, Irlanda, Svezia, Norvegia, Finlandia, Danimarca, Olanda, Portogallo.

Kairostudio s.r.l. è una società di produzione cinematografica e televisiva impegnata a promuovere i temi della sostenibilità. Dal 2007 collabora con istituzioni, università, centri di ricerca e aziende in Italia e all’estero. Ha partecipato a diversi programmi, nazionali ed europei, per il governo e lo sviluppo del territorio (PSR, Life Plus, Interreg, Agrip). Ha collaborato, tra gli altri, con la Rai per programmi storici come Geo e SuperQuark e con Rai Kids per lo sviluppo di contenuti per bambini, destinati ai canali Rai Yoyo e Rai Gulp.


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