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Non si vede ma si cura


Lecce: stasera Stefano Massini Cantieri teatro Koreja

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Di seguito il comunicato:

Assistente di Luca Ronconi al Piccolo, nel 2005 vince con L’odore assordante del bianco il Premio Pier Vittorio Tondelli, massimo riconoscimento per la scrittura teatrale in Italia, conosciuto al grande pubblico per i suoi interventi nelle trasmissioni televisive Piazzapulita su La7 e Ricomincio da Rai 3 e dopo lo strepitoso recente successo di Riserva Indiana, il programma Rai in cui ha raccontato la società, mescolando lo storytelling alla musica dei suoi ospiti sabato 20 luglio 2024 alle ore 21.15 Stefano Massini torna al Teatro dei Luoghi con ALFABETO DELLE EMOZIONI, un racconto appassionante che ragiona sul presente.

 

Noi siamo quello che proviamo. E raccontarci agli altri significa raccontare le nostre emozioni. Ma come farlo, in un momento che sembra confondere tutto con tutto, perdendo i confini fra gli stati d’animo? Ci viene detto che siamo analfabeti emotivi e proprio da qui parte Stefano Massini per un viaggio profondissimo e ironico al tempo stesso nel labirinto del nostro sentire. In un immaginario alfabeto in cui ogni lettera è un’emozione, Massini trascina il pubblico in un susseguirsi di storie e di esempi irresistibili, con l’obiettivo  unico di chiamare per nome ciò che ci muove da dentro.

 

Classe 1975, saggista e sceneggiatore Massini sul palcoscenico come in un gioco, procede estraendo da una scatola alcune lettere a cui sono abbinate parole che descrivono un’emozione (P come Paura, F come Felicità, M come Malinconia, R come rabbia…). Da questo alfabeto immaginario costruisce racconti e aneddoti, attingendo alla Storia, allo sport, alla letteratura, alla cronaca nera, all’arte. Scorrono visi, ritratti, nomi, situazioni, grazie ai quali concetti astratti come le emozioni assumono la concretezza di fatti, con l’obiettivo di chiamare per nome ciò che ci muove da dentro. Ad andare in scena è la forza e la fragilità dell’essere umano, dipinta con l’estro e il divertimento di un appassionato narratore. Per sorridere e commuoversi, ma soprattutto per non avere paura delle nostre emozioni.

R come rabbia è allora la storia di un soldato che sopravvive ai campi di concentramento nazista e ai gulag sovietici e quando un giornalista gli chiede cosa l’abbia spinto a sopravvivere lui risponde la rabbia per tutto l’orrore a cui assisteva e che non poteva accettare.

Alla lettera U come umanità corrisponde la storia di un portiere inglese che circondato dalla nebbia più fitta continua a giocare una partita, anche quando questa è stata sospesa, chiedendosi il perché di tutto quel silenzio e dell’assenza di un “noi” che sostiene il gioco, di un’umanità che ci sostiene e a cui sentiamo di appartenere, anche nella condivisione della sfida che ogni gioco ci pone davanti, la vita compresa.

E ancora N come nostalgia, la nostalgia che prende Goethe nel suo desiderio di tornare a casa, o N come noia, l’emozione che subentra quando non sappiamo che fare del tempo libero e che ha spinto l’infermiere Niels Hegel ad ammazzare alcuni suoi pazienti per movimentare il tran tran lavorativo quotidiano.

 

“Non è facilissimo dare nome a ciò che proviamo – racconta Stefano Massini – lo spettacolo si basa infatti sul paradosso. Cerca di organizzare le emozioni dentro l’alfabeto ma al tempo stesso dimostra che è difficile dare nomi a ciò che sentiamo”.

 

La materia che Massini presenta al pubblico è sincera, e arriva con parole precise e toni misurati. Il suo pensiero si riflette nelle storie che racconta. In un periodo buio come quello della guerra in Ucraina, l’attore non si limita a inseguire la cronaca o a suscitare emozioni superficiali. Al contrario, invita a non temere le emozioni, perchè rappresentano il linguaggio universale dell’umanità. Comprendere questo linguaggio significa costruire dialogo, comunicare e agire insieme, riconoscendo nell’altro una parte di noi stessi. Questa è la lezione dell’Alfabeto delle emozioni di Stefano Massini.

 

Ma il Festival accompagnerà gli spettatori dal pomeriggio alla notte: alle 17 infatti, presso i Cantieri Teatrali Koreja sarà presentato il libro UN VILLAGGIO VIVENTE NELLA MEMORIA Teatro Koreja: dall’archivio le storie (1982-1999) di Maria Chiara Provenzano (ed. Titivillus – 2024) – OMAGGIO A NICOLA SAVARESE. Con l’autrice dialogheranno: Marco Giacomo Bascapè, Soprintendente Archivistico e Bibliografico della Puglia e Salvatore Tramacere, Direttore artistico del Teatro Koreja. L’appuntamento è realizzato in collaborazione con la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Puglia.

 

E a fine giornata, sarà possibile rilassarsi con il Teatro dei Luoghi OFF, il dopo festival di cui nessuno aveva bisogno. Dal 19 al 24 luglio, a partire dalle 22, l’Ortale dei Cantieri Teatrali Koreja sarà animato da attività all’insegna del “chill“, della convivialità e, perché no, della spiritualità. Musica dal vivo, tarocchi, yoga e attività varie per un dopo festival assolutamente “fuori luogo”. 

 

Parallelamente alla programmazione proseguono ai Cantieri Teatrali Koreja le attività di SUOLE DI VENTO pratiche d’arte, la tre giorni di formazione che vede esponenti di primo piano del giornalismo e della narrativa, delle arti figurative e della scena condividere le ragioni della propria vocazione e i fondamenti del mestiere.

Oltre 60 partecipanti provenienti da tutta Italia ascolteranno la lezione e si confronteranno con Nicola Lagioia, Concita De Gregorio, Stefano Massini, Francesca Mannocchi, Pippo Delbono, Ermanna Montanari e Marco Martinelli, Elena Bucci, Alfredo Pirri, Stefano Ricci, Licia Laneracoordinati di Alessandro Toppi.

(foto: Marco Borrelli)

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