
Uno dei primi esempi di game show che prevedevano la presenza di una ruota si trova già negli anni ’50. Anche prima, per la verità: lo show in questione è You Bet Your Life, condotto dall’icona della commedia Groucho Marx nel 1947 come programma radiofonico. Si trattava di un game show con domande di cultura generale, infatti vero protagonista era il conduttore. Marx era libero di improvvisare, scherzando con i concorrenti, e la sua abitudine di porre domande ridicole per ottenere un premio di consolazione – domandando ad esempio il colore della Casa Bianca – rese lo show eccezionalmente popolare. Approdato in televisione nel 1950, si arricchì proprio con la presenza di una ruota. Si trattava di un elemento accessorio: talvolta i concorrenti potevano far girare la ruota per assegnare un premio bonus, dipendente dal valore riportato sullo spicchio sul quale la ruota si sarebbe fermata, a una particolare domanda.
Nel 1973 invece, come accennato, venne messa in onda la prima puntata di The Wheel of Fortune, il format originale della longeva trasmissione italiana. Le regole del programma sono note, con manche articolate sull’accumulare un valore tramite il movimento della ruota per poi eventualmente vincerlo indovinando una frase misteriosa. In pochi invece sanno che il format originale venne suggerito al produttore, Merv Griffin, da un’altra famosa ruota casuale: quella della roulette. Nei suoi soggiorni a Las Vegas Griffin venne colpito da una grande ruota con premi casuali, che richiamava il funzionamento delle roulette all’interno del casinò: queste, le cui fortune le hanno condotte fino alle moderne piattaforme specializzate, sono distinte proprio dall’aleatorietà, associata in questo caso a un particolare premio. Griffin, ideando il gioco, ebbe l’intuizione di porre la ruota in orizzontale e inquadrarla dall’alto, in maniera da garantire un’inquadratura complessiva di ruota e concorrenti.
Appena due anni dopo, nel 1975, andò in onda in America un altro programma arrivato anche in Italia con enorme successo: The Price is Right, game show basato sull’indovinare il prezzo di determinati oggetti. In questo caso la ruota aveva un ruolo marginale rispetto all’intero programma, ma centrale in una sua fase. I vincitori delle prime manche di gioco si sfidavano facendo girare una ruota che sui bordi recava impressi dei valori numerici; poteva essere fatta ruotare fino a due volte, e lo scopo era di avvicinarsi il più possibile, ma non superare, il valore totale di 100. A questo punto sarà probabilmente tornato in mente il tormentone urlato dal pubblico italiano “cento, cento, cento”: il game show arrivò inalterato anche in Italia, con il titolo tradotto in Ok il Prezzo è Giusto e condotto dal 1983 al 2001 da Iva Zanicchi, ultimamente autrice letteraria.

Insomma, il successo delle ruote nei game show deriva dal loro impiego: sono utilizzate per garantire casualità e imprevedibilità, componenti di enorme appeal in trasmissioni basate, fondamentalmente, su differenti giochi.






