Di seguito un comunicato diffuso dal deputato Gianfranco Chiarelli, che è anche coordinatore di Forza Italia per la provincia di Taranto:
«O si riambientalizza la fabbrica oppure la si chiude. Su Taranto e sui suoi cittadini non può continuare a essere spianata una mitragliatrice………Non mi pare ci siano da fare dichiarazioni di natura trionfalistica». Dichiarazioni forti sull’ultimo decreto Ilva, il nr. 1 del 2015, varato dal Consiglio dei Ministri alla vigilia dello scorso Natale. A farle pubblicamente, come riportano alcuni organi di informazione, non un ambientalista o un esponente della opposizione governativa, ma, strano a credersi, il candidato alla presidenza della regione Puglia, nonché segretario regionale del Partito Democratico, Michele Emiliano! E’ evidente che l’ex sindaco di Bari sia in preda ad una crisi di identità! O, forse, incontrare tanta gente, e fare accordi elettorali senza badare troppo alle appartenenze, lo ha messo in confusione. Dimentica Emiliano che il governo che ha licenziato il provvedimento è guidato dal segretario nazionale del suo stesso partito? Si è forse distratto quando Renzi, appena due giorni fa ha dichiarato: «rilanceremo Taranto salvando l’Ilva. Dopo anni di annunci e di occasioni sprecate abbiamo questa grande responsabilità e ce la prendiamo tutta, a viso aperto. Il 2015 dell’Italia parte da Taranto»? Non ha avuto notizie di autorevoli esponenti regionali del suo partito che hanno parlato di «appuntamento con la storia»? Delle due l’una: o Emiliano davvero ha bisogno di riposo, o gioca su più tavoli, provando a conquistare consensi in base al contesto in cui esterna le sue dichiarazioni. Ma è davvero convinto di poter continuare a prendere in giro i tarantini? Crede di poterne conquistare il consenso con queste esternazioni dal chiaro sapore populista? Come può di fatto contestare l’operato del suo segretario Renzi, e sostenerlo allo stesso tempo, nel ruolo di segretario regionale del PD, nonché candidato presidente del centro sinistra? A questo punto sia coerente fino in fondo: continui a sostenere il suo governo, condividendone però fino in fondo le responsabilità, o, se non si riconosce più nella sua linea politica, lo dica apertamente, soprattutto agli elettori ai quali chiede il voto.