Di Francesco Cava:
Le cellule staminali cordonali sono cellule giovani e si moltiplicano più rapidamente rispetto a quelle prelevate dal midollo osseo e dal sangue di donatori adulti.
Prelevate dalla vena ombelicale al momento del parto e conservate in apposite banche queste cellule sono una riserva pronta e disponibile di staminali che oggi è utilizzata principalmente nei tumori del sangue quando non si riesce a reperire in tempo utile un donatore di midollo compatibile.
Storicamente la prima infusione di staminali cordonali fu eseguita nel 1988 all’ospedale San Luis di Parigi e contribuì a salvare la vita di Matthew Farrow che era affetto da anemia di Fanconi, una rara malattia genetica caratterizzata da un’anomalia del midollo osseo.
Si stima che da allora nel mondo circa 40.000 pazienti abbiano beneficiato di questo intervento.
In Italia le cellule del cordone sono raccolte in 269 punti nascita e conservate in 18 banche pubbliche.
In base alla legge del 2009 In Italia è possibile donare il sangue del cordone ombelicale del proprio figlio affinché sia conservato in forma anonima e reso disponibile a chi ne avrà bisogno. Secondo l’ultimo rapporto del centro nazionale sangue i 269 punti nascita che possono raccogliere le staminali coprono il 69% dei parti che si verificano nel nostro territorio anche se di fatto la donazione riguarda solo il 3,2% delle nascite che avvengono in questi centri.
In Italia la conservazione per usi personali è ammessa soltanto se il neonato un fratello o un genitore presentano patologie trattabili con le staminali da cordone oppure se c’è il rischio che questo si verifichi in futuro.
L’utilizzo ai fini trapiantologici di quello che viene donato e ridotto al 7/8 %, in quanto si può ricorrere al trapianto da consanguineo aplo-identico o da cellule staminali che provengono dal midollo osseo. Condotto con condotto
Ma quello che è importante dire e che quello che viene donato non va perduto perché oltre all’utilizzo ai fini trapiantologici le cellule staminali da cordone vengono utilizzate per scopi alternativi quali ad esempio il Gel piastrinico
Il gel piastrinico trova applicazione in vari campi quali ad esempio il trattamento delle ulcere cutanee dei diabetici, Il trattamento dell’epidermidelisi bollosa del lattante (i cosiddetti bambini farfalla che sono portatori di una malattia genetica rara per cui la cute appena toccata forma delle bolle che rompendosi lasciano il derma completamente scoperto), ma trova anche applicazione in ortopedia per la ricostruzione delle cartilagini articolari ed anche nel trattamento delle fistole sacro coccigee.
Con il gel piastrinico possiamo ancora trattare quelle forme di stomatiti conseguenti all’uso di chemioterapia che sono particolarmente dolorose determinando lesioni del cavo orale
Dalle cellule staminali cordonali possiamo inoltre ottenere: il collirio oftalmico utile in oculistica per il trattamento dell’occhio secco, della sindrome di Sjogren, delle ulcere corneali.
Un’ulteriore utilizzo del sangue cordonale, riguarda uno studio sperimentale che viene condotto in collaborazione con la professoressa Teofili ,della banca di sangue cordonale dell’Università Cattolica per l’utilizzo del sangue cordonale nella trasfusione di bambini fortemente prematuri.
Per bambini fortemente prematuri intendo quei bambini nati a <32 settimane di gestazione, o estremamente pretermine( <28 settimane di gestazione), che svilupperanno un’anemia abbastanza grave da richiedere trasfusione di eritrociti.
In passato queste trasfusioni venivano effettuate con il sangue normale che contiene emoglobina A e che determinava a causa dello shock ossidativo danni a livello retinico ed a livello gastroenterico.
L’uso del sangue cordonale che contiene emoglobina F, sembra ridurre notevolmente questi danni.
Le ricerche in corso potrebbero ampliare l’uso delle cellule staminali cordonali in futuro in particolare nell’ambito delle malattie neurodegenerative. Infatti le cellule staminali del cordone ombelicale, che normalmente si integrano nel sistema sanguigno e immunitario, mostrano anche la capacità di migrare verso il cervello.
In laboratorio a partire dalle cellule staminali cordonali, si stanno ricavando delle cellule microgliali, che svolgono nel cervello il ruolo di “spazzini”, ripulendo da detriti o da altri elementi cellulari “anomali”.
In laboratorio queste cellule si sono mostrate in grado di promuovere il ripristino della mielina e sono ora testate su pazienti con sclerosi multipla.
Altre ricerche riguardano la paralisi cerebrale infantile, mentre un piccolo studio su adulti colpiti da ictus, non ha dato, al momento, risultati sperati.