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Autonomia differenziata: abolizione, consegnate le firme per il referendum In Cassazione

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Di seguito il comunicato:

Oggi sono state consegnate in Cassazione 1.291.488 firme contro la legge Calderoli (86/24), di cui ben il 57,1% sono cartacee, mentre quelle online sono il 42,9%: è la risposta a quanti, come il ministro Calderoli, hanno cercato di delegittimare le firme online dopo il boom dei primi giorni.  Sarà che i divani sono comodi per firmare – come il ministro sarcasticamente affermò – ma anche da un divano servono volontà e convinzione. Per le strade e per le piazze, oltre alla ferrea volontà e alla convinzione, servono anche impegno, parola, ascolto, attenzione, partecipazione fisica alla vita democratica, militanza contro l’ingiustizia e per la pace, la dignità, i diritti: quelli che i soggetti che fanno parte del Comitato Promotore del referendum (presieduto dal prof. G.M. Flick) hanno messo in campo dal 20 luglio al 16 settembre (data di inizio e di conclusione della raccolta nei banchetti) dell’estate più calda di sempre.

Che il referendum per abrogare la legge sull’autonomia differenziata sia necessario è dimostrato dalla protervia con cui il ministro Calderoli vuole andare avanti sia nella definizione dei LEP (Livelli Essenziali di Prestazione), tramite la Commissione CLEP (presieduta dal prof. Cassese), sia nell’accelerazione delle procedure per giungere alle Intese sulle materie non-LEP. Si vuol realizzare un progetto che – se le indiscrezioni che trapelano dai secretatissimi lavori della Commissione Cassese fossero vere – stravolge l’art. 3 della Costituzione, perché individua nello ius domicilii il parametro di attribuzione di diritti. Inoltre, se le notizie di agenzia fossero corrette, il ministro Calderoli, in audizione alla Camera presso la Commissione sul federalismo fiscale, avrebbe sostenuto che non sarà la Commissione Cassese a definire i LEP ma la “Cabina di regia”. Lungi dal tranquillizzarci, questa notizia ci allarma ancor di più, perché la sua stessa legge 86 dispone che si proceda con decreti legislativi all’approvazione dei LEP, dunque su proposta del Presidente del Consiglio con passaggio obbligato per il parere presso le Commissioni parlamentari, e non della Cabina di regia, richiamata dalla legge solo nelle more della sua iniziativa. La legge Calderoli è un gran pasticcio di procedure, ma chiara è la sua volontà di esautorare completamente i già pochi poteri del Parlamento su questa materia.

 

I Comitati contro ogni Autonomia differenziata, attivi fino dal 2018 sul tema, divenuto cruciale nel dibattito politico,  anche grazie alla loro costante azione di denuncia, hanno partecipato con convinzione ed impegno alla raccolta, contribuendo in maniera significativa al conseguimento del risultato: un’estate di intensissimo lavoro di controinformazione, raccolta e certificazione delle firme di cittadini e cittadine indignati e preoccupati per le ricadute del progetto separatista di Calderoli sull’unità della Repubblica italiana, sulla sua tenuta economica e sulla qualità della vita di tutti e tutte, a ogni latitudine. In questo contesto, e nell’assenza di qualsiasi ascolto delle parole che, ad esempio, la CEI sta continuando instancabile a pronunciare contro la “secessione dei ricchi”, il CLEP, presieduto da Sabino Cassese, e con esso il ministro Calderoli, lavorano indefessamente per garantire alle regioni di poter ratificare le intese con il Governo, sulla base della proposta per la quantificazione dei livelli “essenziali” di prestazione, calcolati da 12 “esperti”, tutti favorevoli all’autonomia, sulla base di inaccettabili, arbitrari e discriminatori criteri (clima, dati socio- demografici, costo della vita etc.).

Come sempre, i documenti del CLEP sono rimasti segreti e l’avvio delle trattative con le Regioni avvolte in una nebbia. Le firme, invece, sono state prese per le strade e nelle piazze, alla luce del sole, come Democrazia prescrive. Sappiano comunque – ministro e Governo – che noi saremo vigili e pronti a questa nuova fase di mobilitazione, perché si giunga al referendum in modo che siano i/le cittadini/e a decidere quale Paese vogliamo.

Comitati per il ritiro di qualunque Autonomia differenziata, lunità della Repubblica e luguaglianza dei diritti


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