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Schema idrico Basento-Bradano, si aspetta da 37 anni Progetto avviato nel 1987, non ancora terminato

SCHEMA IDRICO BASENTO BRADANO

Di Nino Sangerardi:

“Ormai storici e mai realizzati lavori del cosiddetto Distretto G. Schema idrico Basento-Bradano, che ha avuto una lunga gestazione, a partire dal lontano 1987. Anno in cui  l’intervento fu inserito come progetto speciale della Cassa del Mezzogiorno e che la realizzazione e completamento delle opere assume estrema rilevanza per il settore agricolo  lucano e dell’intera area dell’Alto Bradano. Un progetto avviato 37 anni fa e ad oggi ancora non è stato terminato”.

Parole di Viviana Cervellino sindaca di Genzano di Lucania(provincia di Potenza) e Fernando Scattone sindaco di Acerenza(provincia di Potenza).

“ Manca il completamento funzionale—rilevano i due primi cittadini—della Schema irriguo Basento-Bradano relativamente al Distretto G che dalla Traversa di Trivigno e dal Camastra si dirama fino alle dighe di Acerenza(capacità 30 milioni di mc di acqua) e Genzano(50 milioni mc di acqua)”.

Nello specifico il piano dei lavori contempla l’esecuzione di un impianto principale(collegamento diga di Genzano alla diga del Basentello) lungo 23,170 chilometri, diramazioni settoriali per alimentare i quattordici settori del Distretto G, una rete di distribuzione irrigua, con sviluppo di circa 400 chilometri, 14 vasche di compenso di volume variabile complete di strumenti di misura delle portate e un impianto di sollevamento per il comparto G6 con portata di 172,36 lt/sc e prevalenza di 189 m.

A fronte della grave crisi idrica—da inquadrare nell’epocale cambiamento climatico ed ecologico in atto– che coinvolge 29 Comuni lucani, compreso il capoluogo, “ è necessario—scrivono  Cervellino e Scattone—far ripartire quest’opera incompiuta per restituire lavoro, dignità e sviluppo  a un settore che continua a essere trainante per l’Alto Bradano e per l’intera Basilicata”.

Si rammenta che il compimento dello “Schema idrico Basento-Bradano attrezzamento settore G” riguarda la costruzione di strutture necessarie per l’adduzione e distribuzione irrigua  di un’area vasta che si estende per più di 13 mila ettari, interessando 280 ettari del territorio di Banzi, 6.993 ettari di Genzano di Lucania, 1.658 ettari di Oppido Lucano e 4.119 ettari di Irsina.

“L’opera—sottolineano i sindaci—già oggetto di tentativi di definanziamento per mancato utilizzo delle risorse, è stata trattenuta ancora nella disponibilità dei lucani, grazie al continuo monitoraggio che i Sindaci hanno fatto. Proprio per questo è opportuno, fondamentale e urgente che si riattivi  un Osservatorio che coinvolga tutti gli attori di questa annosa vicenda e che non si escluda i sindaci dei Comuni interessati. Siamo già a secco di acqua, speriamo di non esserlo anche di informazioni dovute”.

Per concludere, si auspica di ottenere notizie, dalle diverse Entità competenti, in merito al cronoprogramma relativo all’ultimazione di una infrastruttura pubblica—si vocifera, non essendo  reperibile un conteggio ufficiale, sovvenzionata con  700 milioni di euro– avviata troppi anni fa.

 


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