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Martina Franca: il monumento ai Caduti e la sua storia Giornata dell'unità nazionale e festa delle forze armate

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Di Antonio Scialpi:

Due o tre cose sul Monumento ai caduti di Martina Franca.
Tradizionale appuntamento alle 10 oggi per l’omaggio ai caduti di tutte le guerre.
L’unità nazionale. Le Forze armate.
106 anni da Vittorio Veneto.
Per parlare di vitale e necessaria PACE.
Difficilissima oggi.
Furono le associazioni dei Combattenti negli anni ’20 a chiedere monumenti,templi votivi, sacrari.
In tutta l’Italia post- bellica.
Martina compresa.
Promotore l’avvocato Francesco Lenoci ( 1890-1959) con la Società Artigiana.
Era maggio 1920.
Nello stesso anno ad Ottobre si votò per il Comune.
In maniera molto convulsa.
Alfredo Fighera ( 1876- 1953), liberal Krumiro, rieletto sindaco.
Si parlò molto del ricordo dei caduti in guerra.
Sangue ancora caldo.
Tante proposte tra Monumento o Tempio votivo sul “Monte Chiancone” ( Michelangelo La Sorte).
Prevalse il Monumento.
Nell’area attuale.
Il Comitato presieduto dal medico Antonio Micoli (1893-1960), reduce con medaglia.
Con raccolta fondi volontari.
In tre anni solo 7.000 lire.
Se ne riparlò nel turno elettorale del 1924, dopo i fatti gravi successi per la ” corsa” al Fascismo dei vecchi notabili liberali.
Eletto sindaco Vincenzo Ancona ( 1872-1939), notaio liberal “Pipistrello” con adesioni al fascismo.
il Comitato fu affidato ad un reduce con medaglia operatore economico, Eugenio Mongelli.
L’ eccellente giurista martinese Giuseppe Chiarelli (1904-1978) pubblicò i primi nomi di dispersi e caduti per Trento e Trieste.
In ” Notabilità martinesi”.
Raccolta volontaria di fondi.
30.000 lire.
Insufficienti.
Il comune liberal-fascista diberò un addizionale dello 0.20% per 4 anni sulla tariffa daziaria.
Invito a presentare bozzetti.
Fu scelto quello del noto scultore di Trani,
Antonio Bassi (1889- 1965) .
Ne progettò tantissimi in Puglia ed in Italia.
Il bellissimo bozzetto in acquerello è qui riportato.( tratto dalla monografia di Lucia Rosa Pastore, Antonio Bassi, presentato da me a Martina nel 2019).
Obelisco con gruppo marmoreo:
L’ Olocausto degli Eroi’.
Un’opera d’arte.
La somma vicina a L. 200.000.
Contratto con Bassi nel 1927.
Al tempo del primo podestà di Martina, il medico don Davide Carrieri ( 1865-1939).
Inizio dei lavori: 28 ottobre 1928.
Conclusione mai.
Senza i nomi dei 377 caduti e dispersi.
Ma, inaugurato il 1929.
Era Antonio Mottola, commissario prefettizio fascista.
E già.
Storia tutta politica ed amministrativa.
Tutta martinese.
Opera contestata sul piano tecnico ed architettonico.
Al centro del neo- costruito giardino della grande e nuda Piazza figheriana che divenne, poi, Vittorio Veneto e divisa in due, con Piazza Crispi.
Difronte all’ Ateneo del 1901 ” Antonio Bruni “.
Vertenza .
Malumori.
Polemiche anche per la scritta.
Affidata prima ad Alessandro Criscuolo.
Niente.
Solo: ” Ai suoi eroi Martina Franca”
Vertenza risolta nel decennio successivo.
Completamento?
Solo Cerimonie pompose e retoriche ogni 4 novembre.
Ricordato più come luogo di sosta di studenti sui suoi scaloni.
Sorridenti o alle prese con gli incubi delle liceali interrogazioni.
O esami di maturità.
Solo nella città democristiana se ne riparlò.
1979, su iniziativa dell’Associazione dei Reduci e Combattenti, su proposta del maestro presidente Francesco Aquaro.
Nuovo comitato.
Ancora pubblica raccolta di fondi.
13 milioni di lire.
Insufficienti.
1985, mutuo del Comune.
Sindaco democristiano Franco Punzi.
Mai assunto.
Inizio dei lavori di completamento con scalinata e pavimentazione incompleti ed Ellissi per i nomi dei caduti.
Mai completati.
Finiti i soldi del Comitato.
Solo cemento a vista dei nuovi scaloni.
28 giugno 1988, il Consiglio Comunale raddoppia i fondi per porre fine a una triste storia.
Non se ne fece nulla.
Degrado del Monumento.
Oltraggiato, sovente, con scritte.
Toccherà al centrosinistra il completamento su mia proposta a fine Novecento.
Quasi 80 anni dopo l’inaugurazione della preziosa opera di Antonio Bassi.
Con la pavimentazione della Piazza.
Le scritte dei 377 concittadini caduti nella “Grande guerra” su circa 2000 partiti.
Gran parte ignari contadini e braccianti che non parlavano la lingua italiana.
Carne da macello.
Non conoscevano Trento e Trieste.
Ci furono molteplici soldati e ufficiali martinesi che si distensero sull’Isonzo, Montegrappa.
Anche a Caporetto.
Sul Piave.
I ragazzi del 1899. Appena diciottenni.
Strada a loro intitolata su mia proposta.
Medaglie ed onori per loro.
I Reduci?
Protagonisti della politica martinese e italiana.
Nel bene e nel male.
Poi Cavalieri di Vittorio Veneto.
Con inno nazionale alla loro morte.
Poi, 3 caduti in Africa.
L’impero fascista.
E le Palme al Monumenro ai caduti.
Dei 9 caduti nella guerra in Spagna.
Dei 189 caduti nella seconda guerra mondiale.
Compresi i partigiani.
578, in tutto.
Negli anni ’90 lo scomparso amico fraterno professor Felice Tagliente ( ricordato questa sera con concerto a San Domenico ) , emigrato a Torino, cominciò la preziosa ricerca sui dispersi e caduti con la duplice spedizione nazifascista in Russia 1941-42.
21 tra caduti e dispersi.
Coinvolse le scuole .
Collaborammo con il Liceo.
Ma l’ Associazione dei Combattenti e Reduci ( dal 2019 chiusa per sempre) si oppose a una lapide accanto al Monumento .
Nuove polemiche.
Felice Tagliente concordò con l’ Amministrazione Comunale, commissario Di Caprio, il giardino di Via Paisiello.
Da allora due momenti diversi per il 4 Novembre.
Prima, al Monumento e,poi, ai caduti di Russia.
Infine , poi,” l’ Ancora” che ricorda i marinai caduti e dispersi a cura della benemerita Associazione dei marinai, in Piazza Filippo d’Angiò.
Ero assessore.
Positivo il coinvolgimento delle scuole e delle Associazioni culturali.
Per parlare di Memoria e Pace.
Una cosa bella ed emozionante.
Unitamente all’Aeronautica .
Le Associazioni combattentistiche, militari e culturali.
Nel 2018, per i 90 anni dall’ inaugurazione proposi all’ Amministrazione Comunale, presieduta dall’ amico sindaco Franco Ancona, il suo restauro.
Che fu ben eseguito da una ditta specializzata che aveva benissimo restaurato nel 2015 l’Arco di Santo Stefano, Moira archeologia di Massimo de Luca
38.000 euro la spesa.
Con l’Aeronautica militare,che per i 60 anni della presenza a Martina, donò le bandiere.
L’ illuminazione, a colori della bandiera, fu rinviata al progetto di ammodernamento della pubblica illuminazione.
Attendo fiducioso che Gianfranco Palmisano Sindaco e Nunzia Convertini vicesindaco sapranno porvi rimedio.
Ce la faremo.
Una storia lunga quasi cento anni.
Con alti e …bassi.
Una storia che la città e le generazioni che si susseguono rimuovono sempre di più.
Scambiando il Monumento per luogo, ieri come oggi, di ritrovo rumoroso di adolescenti.
Non so perché.
Ma è così.
Invece è il Parco della Memoria e della Rimembraza.
Oggi il Monumento ai caduti risplende nella sua bellezza su testi, libri, su cartoline… e selfie.
Buon 4 novembre 2024.

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