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Non si vede ma si cura


Bettino Craxi, venticinque anni fa Anniversario della morte

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Di seguito un comunicato diffuso da Luigi De Mucci:

***𝐃𝐄 𝐌𝐔𝐂𝐂𝐈 (𝐋𝐢𝐛𝐞𝐫𝐚𝐥𝐢 𝐞 𝐑𝐢𝐟𝐨𝐫𝐦𝐢𝐬𝐭𝐢 𝐍𝐏𝐒𝐈 𝐏𝐮𝐠𝐥𝐢𝐚)***: un quarto di secolo è trascorso dalla morte di Craxi, un lasso di tempo troppo lungo, ancora di più in politica, ma ancora di attualità è la figura del leader Socialista.
Difatti, in un contesto politico nazionale come quello attuale non può stupire come, finalmente, la figura di Bettino Craxi venga narrata con la voce più mite e veritiera dei tanti risultati ottenuti attraverso la maturazione in senso Riformista del Partito Socialista Italiano.
Il pensiero concreto e sempre equilibrato che guidava l’azione politica del Craxi leader si poteva ben riscontrare sia nella fermezza mostrata durante “la notte di Sigonella” che nella determinatezza con cui nel 1978 si rivelò tra i pochi politici italiani determinati a salvare Aldo Moro, rapito dalle BR, proponendo una “trattativa” volta ad una “soluzione umanitaria”, ovvero alla sua liberazione e salvezza. Purtroppo andò diversamente.
Eppure il libro dei doverosi riconoscimenti del più famoso Socialista Riformista italiano ha poche pagine perché a partire dalla caduta della Prima Repubblica nei confronti di Bettino Craxi e del suo PSI è stata attuata una vera e propria “damnatio memoriae”.
Il termine “craxiano” è stato usato per mettere alla gogna il libero e democratico pensiero di coloro che, come i militanti del Nuovo PSI, non hanno mai disconosciuto il socialismo e il “Garofano Rosso” ma che hanno avuto la colpa di riscoprire quotidianamente la visione non marxista della tradizione socialista italiana e di aderire all’idea del socialismo liberale, riformista e tricolore.
Il Nuovo Psi con la guida in Italia del Presidente nazionale Caldoro, del Segretario nazionale Barani e del vice segretario nazionale Simone e con i suoi amministratori, militanti e simpatizzanti non ha mai smesso di coltivare e far crescere in Italia il pensiero liberale e riformista.
Ebbene, nonostante che il garofano rosso abbia da sempre segnato la linea direttrice del cammino di uomini uniti dal motto “bisogni e meriti”, ancora oggi c’è qualcuno che non ci reputa degni di essere definiti Socialisti!
Magari lo stesso qualcuno che ha disconosciuto il garofano e per accasarsi altrove col cappello in mano, attribuendosi illegittimamente medaglie a differenza di chi ha continuato ad accettare per anni i metaforici “sputi e monetine” dei detrattori pur di rimanere fedele al proprio ideale.
Chi vuole il bene dell’Italia e del Socialismo Italiano non deve più arrovellarsi nella perpetua ricerca del massimo comune divisore ma deve spingersi a riscoprire il minimo comune denominatore lasciato in eredità da chi ha avuto davvero cuore le sorti del Paese.
Sarebbe opportuno evitare di trascinare la storia gloriosa del Psi e di Bettino Craxi in dispute ed analisi nominalistiche, così da avviare una stagione di dialogo tra i tanti socialisti e riformisti che dopo il 1994 e la fine del Psi hanno preso diverse strade continuando a difendere quei valori.


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