La disponibilità del ministro Federica Guidi c’è. A parole. Non ha preso, perché non poteva, alcuna decisione. Viene riconosciuto lo status di “fornitori strategici”. Uno spiraglio, “non ci entusiasma” dice Vincenzo Cesareo, presidente di Confindustria Taranto. Soprattutto perché non ci sono soldi in concreto e dunque garanzie per gli imprenditori dell’indotto Ilva i quali rischiano, ora davvero in maniera seria, di non incassare i 210 milioni di euro (fra i 170 del pregresso e quelli attuali) che Ilva deve loro corrispondere. Già oggi potrebbero dare luogo a quello che avevano già iniziato a fare: stop definitivo a servizi e forniture, perché queste aziende di Taranto e del tarantino sono davvero, in molti casi, sull’orlo del fallimento. Oggi sarà dunque una giornata campale: quella della decisione sul da farsi, sul campo. A rischio, con quei 210 milioni di euro, ci sono circa quattromila posti di lavoro. Non si è risolto niente.