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Foggia: domani “Quello che so di te” di Nadia Terranova Presentazione del libro

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Di seguito un comunicato diffuso dagli organizzatori:

Non sono stata una buona madre, non sono morta abbastanza”. È Venera che parla, “una da Mandalari”: così a Messina si chiamava il manicomio, così si diceva quando qualcuno impazziva. Venera è reale, è viva, ha vissuto: numero di matricola 12.283. È la bisnonna che impazzisce dopo una caduta accidentale, perde il senno perché perde qualcosa di più grande. Ed è la bisnonna di Nadia Terranova, una delle scrittrici più importanti in Italia, tradotta in tutto il mondo e attesa martedì 18 marzo, alle ore 18.30, negli spazi della Ubik di Foggia. L’autrice ritrova il pubblico della libreria a distanza di sette anni dall’ultima volta con il suo nuovo, straordinario romanzo, Quello che so di te (Guanda, 2024). Il suo libro più personale, più intenso, che ci interroga sul potere della memoria, individuale e collettiva, e sulla nostra capacità di attraversarla per immaginare chi siamo. A conversare con l’autrice sarà la giornalista Francesca Romana Cicolella.

Quello che so di te (Guanda, 2024). C’è una donna in questa storia che, di fronte alla figlia appena nata, ha una sola certezza: da ora non potrà mai più permettersi di impazzire. La follia nella sua famiglia non è solo un pensiero astratto ma ha un nome, e quel nome è Venera. Una bisnonna che ha sempre avuto un posto speciale nei suoi sogni. Ma chi era Venera? Qual è stato l’evento che l’ha portata a varcare la soglia del Mandalari, il manicomio di Messina, in un giorno di marzo? Per scoprirlo, è fondamentale interrogare la Mitologia Familiare, che però forse mente, forse sbaglia, trasfigura ogni episodio con dettagli inattendibili. Questa non è solo una storia di donne, ma anche di uomini. Di padri che hanno spalle larghe e braccia lunghe, buone per lanciare granate in guerra. Di padri che possono spaventarsi, fuggire, perdersi. Per raccontare le donne e gli uomini di questa famiglia, le loro cadute e il loro ostinato coraggio, non resta altro che accettare la sfida: non basta sognare il passato, bisogna andarselo a prendere. Ritornare a Messina, ritornare fra le mura dove Venera è stata internata e cercare un varco fra le memorie (o le bugie?) tramandate, fra l’invenzione e la realtà, fra i responsi della psichiatria e quelli dei racconti familiari.

Nadia Terranova. È nata a Messina, vive a Roma. Ha pubblicato i romanzi Gli anni al contrario (2015, vincitore di numerosi premi tra cui il Bagutta Opera Prima, il Brancati e l’americano The Bridge Book Award), Addio fantasmi (2018, finalista al Premio Strega, Premio Alassio Centolibri) e Trema la notte (2022, Premio Elio Vittorini, Premio Internazionale del mare Piero Ottone). Collabora con le pagine culturali della Repubblica e della Stampa ed è la curatrice della rivista letteraria K edita da Linkiesta. È tradotta in tutto il mondo.


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