Venne trovato morto nella sua macchina il 25 agosto 2011. La sua Passat, sulla Martina Franca-Locorotondo. Ma lui viveva a Patù, nel leccese. Per il decesso di Massimo Novelli (foto: fonte vip.it) quarantunenne manager della Sanitaservice, si parlò subito di suicidio e la procura di Taranto chiuse il caso.
Adesso, dopo indagini condotte dal generale Luciano Garofalo, ex capo del Ris, il caso-Novelli si riapre, perché, come sostengono i familiari di Novelli da oltre due anni, quello non fu suicidio e lo pensa anche Garofalo. Ci sono nuove tracce su cui lavorare, evidentemente.
Massimo Novelli, quel giorno di agosto di due anni fa, doveva andare a Putignano, c’era da discutere la situazione dei precari e del personale in soprannumero (una sessantina di persone) nel settore specifico di cui Novelli si stava occupando e la cosa aveva stressato, in quel periodo, il manager a tal punto che il giorno prima di morire si era anche dimesso. Lo stesso direttore generale dell’Asl barese, Colasanto, che aveva incontrato Novelli pochi giorni prima della morte, disse che lo aveva visto molto preoccupato.
Però, per quel suicidio, neanche un biglietto. Questo ha iniziato a sollevare dei dubbi. Adesso, passati due anni, sembra proprio che l’inchiesta sia destinata a ricominciare. Suicidio, istigazione al suicidio o altro ancora, quel 25 agosto 2011.