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Gioia del Colle: dopo l’arresto del sindaco, prima della bufera amministrativa c’è da pensare a quella della neve Possibili decisioni, dalle dimissioni di Povia ad altre alternative, sembrano destinate ai giorni successivi all'allerta

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poviaA Gioia del Colle, il day after è anche il day before. Dopo l’arresto del sindaco, prima dell’emergenza neve.

Sergio Povia, primo cittadino, è finito in carce e con lui l’imprenditore Antonio Posa e l’ex vicesindaco Francesco Paolo Ventaglini . In sei si trovano ai domiciliari. Tutto da ieri, quando la Guardia di finanza ha compiuto l’operazione “Domus Aurea” per colpire un presunto caso di tangenti legate a un appalto da otto milioni di euro per la costruzione di case popolari.

In casi del genere, sul piano amministrativo è una bufera autentica, col sindaco (come è avvenuto a Trani, dopo gli arresti del periodo natalizio) che non di rado rassegna le dimissioni. Però in un caso del genere, la cosa rischia di creare un problema gestionale che va fronteggiato nel giro di poche ore. Si dà per scontata, nel territorio, una nevicata fra domenica e martedì e c’è necessità di far lavorare, nelle singole realtà, i centri operativi comunali. L’autorità di protezione civile è il sindaco. In caso di dimissioni la loro efficacia e irrevocabilità sarebbe dopo 20 giorni ma, per esempio, in caso di dimissioni contemporanee della maggioranza dei consiglieri lo scioglimento sarebbe immediato e anche far passare un giorno per la nomina di un commissario dell’ente potrebbe far perdere del tempo prezioso. Ecco perché, almeno per questo primissimo periodo successivo agli arresti, sembra farsi strada l’ipotesi di proseguire con la reggenza da parte del vicesindaco. Sempre che Povia, comunque, abbia voglia di dimettersi, ora o più in là. Per il momento si trova in carcere. E sempre che i consiglieri abbiano voglia di andarsene a casa e rimettere il mandato popolare nelle mani degli elettori.


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