Al loro fianco ci saranno anche gli industriali dell’indotto. Del resto dell’indotto Ilva, che non paga i suoi debiti. La protesta degli autotrasportatori stamani manda in tilt una città, Taranto. Quaranta enormi camion piazzati davanti al municipio, a margine della protesta degli autotrasportatori intenzionati a incontrare sindaco e prefetto e, chissà, consegnare loro le chiavi dei loro mezzi. A mezzogiorno una conferenza stampa.
Partenza del corteo alle 9 dal siderurgico, varco imprese: alcuni verso la statale 100, altri verso la 106. Poi si converge all’ingresso di Taranto e si entra in città con una cinquantina di tir senza rimorchio (per un immediatamente comprensibile problema logistico). Ponte girevole e zone limitrofe, sarà paralisi autentica. Si ripercuoterà, è ovvio, su tutto il traffico cittadino. La protesta degli autotrasportatori è rabbiosa perché nonostante sia alla quarta settimana, non arriva nessun segnale concreto per il pagamento dei soldi che a questa gente spettano. Quindici milioni agli autotrasportatori, 170 all’indotto nel suo complesso, per saldare il debito pregresso. Oggi in Senato si inizia a discutere il decreto Ilva. Lo si faccia con cose concrete, non con la marea di chiacchiere e promesse registrate finora.