In serata è arrivato un tweet, anche arrabbiato, del sindaco di Brindisi. Mimmo Consales dice:
Questo perché Consales ha evidentemente il sentore di vedere rientrare Brindisi fra le proposte alternative di approdo del gasdotto kazako, rispetto alla scelta originaria di Melendugno. Scelta che è ancora in piedi, il governo vuole lì l’approdo ma la Regione Puglia, anche oggi nel vertice, ha detto no. Ed è un no che fa registrare anche un Vendola possibilista, rispetto alle future scelte del governo (fra una settimana il nuovo vertice). Di seguito un comunicato diffuso dall’ufficio stampa della Regione Puglia:
Ha espresso soddisfazione il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola al termine del lungo e articolato incontro che si è svolto questo pomeriggio a Roma presso il Dipartimento per il Coordinamento amministrativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri in relazione alla procedura di Autorizzazione alla costruzione ed esercizio del Metanodotto d’importazione Albania – Italia “Trans Adriatic Pipeline”.
“Oggi siamo soddisfatti – ha detto Vendola – perché la Regione ha ribadito le ragioni della propria contrarietà al sito di Melendugno come approdo del gasdotto Tap, una contrarietà frutto di approfondite argomentazioni scientifiche, tecniche, ambientali, paesaggistiche e culturali. La Regione quindi si è dichiarata disponibile a cercare una intesa seria e credibile su possibili alternative localizzative al Gasdotto. L’esito dell’incontro di questo pomeriggio ci fa ben sperare”.
Nel corso dell’incontro di oggi, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha riferito che sono in corso approfondimenti circa la procedura utilizzata sulla quale la stessa Regione Puglia aveva posto la propria pregiudiziale (ovvero la remissione del procedimento di autorizzazione unica da parte del Mise alla Presidenza del Consiglio dei Ministri comprimendo di fatto tutta la fase istruttoria relativa alla individuazione delle possibili alternative localizzative). La Presidenza del Consiglio si è quindi riservata di decidere, annunciando la necessità di ulteriori approfondimenti tecnico giuridici con i propri uffici legali.
Nel frattempo la Presidenza del Consiglio ha preso atto della richiesta della Regione di assegnazione di un congruo termine per la valutazione di alternative localizzative con il coinvolgimento degli enti locali, riservandosi quindi di riferire nella prossima riunione, già convocata per mercoledì 18 febbraio, circa la possibilità di costituzione di un tavolo tecnico che possa analizzare le soluzioni alternative.
La Presidenza del Consiglio dei ministri ha chiesto anche a Tap di valutare l’ipotesi di approdi alternativi, e la società si è riservata di riferire nel corso della prossima riunione.
Speriamo che non sia ancora un imbroglio. Speriamo che finalmente capiscano che S. Foca non è area industriale. Una centrale di depressurizzazione di quel tipo va posta esclusivamente in un sito industriale. San Foca è località turistico-balneare; tutto il territorio di Melendugno e Vernole non è assolutamente idoneo a ricevere un’insediamento industriale di quel tipo perchè i due centri e le loro frazioni distano ad un tiro di schioppo l’uno dall’altro; è impensabile che una centrale di quel tipo venga posta a soli 700 metri di distanza tra due centri abitati. La natura e l’anima di Melendugno e Vernole sono agricolo-turististica e tali debbono rimanere. Trovate un’area industriale adatta che sia prima di tutto molto lontana dai centri abitati.