Con Ordinanza depositata in data odierna, il TAR Bari ha riconosciuto la legittimità dell’operato della Dirigenza Scolastica per la gara d’appalto relativa alla riqualificazione della sede dell’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “Caramia-Gigante” di Locorotondo, così scongiurando il possibile blocco dei lavori in corso ed i conseguenti disagi per la scuola e per gli studenti.
Nello specifico, la Prima Sezione del TAR Bari, presieduta dal dott. Corrado Allegretta – relatore dott.ssa Maria Grazia D’Alterio, ha respinto la richiesta di sospensione dell’aggiudicazione avanzata dalla seconda graduata per delle presunte irregolarità nella documentazione amministrativa presentata dalla vincitrice della gara Labing srl,.
Secondo l’avv. Enrico Pellegrini, difensore della Labing srl, “il TAR pugliese, esaminati i documenti prodotti dalle parti, ha rilevato non solo l’insussistenza del fumus boni iuris che dovrebbe sostenere il ricorso, ovvero l’insussistenza del diritto all’annullamento dell’aggiudicazione, ma ha altresì aderito al nuovo approccio legislativo di dequotazione dei vizi formali degli atti di gara da vere e proprie illegittimità a mere irregolarità -con particolare riferimento alla dedotta mancata presentazione di alcune dichiarazioni- alla luce dell’art. 38, comma 2 bis del Codice dei contratti. In altri termini, in assenza/insufficienza delle dichiarazioni di cui all’art. 38 del Codice dei contratti le Stazioni appaltanti devono chiedere al concorrente di integrare la documentazione prodotta e solo successivamente, in caso di mancato adempimento a detta richiesta, potranno procedere all’esclusione del concorrente. In applicazione di detto principio, la presunta mancata presentazioni di dichiarazioni che, comunque, non avrebbero potuto portare all’esclusione della concorrente, non è giustiziabile dinanzi ai Tribunali amministrativi”.
Grande sollievo per la Scuola che tra le mille problematiche dell’istruzione si trova ora a dover “combattere”, quale Stazione appaltante, anche contro le insidie del complesso e non sempre chiaro sistema degli appalti pubblici.
(foto: Enrico Pellegrini)