Nel pomeriggio, durante l’assemblea a oltranza degli autotrasportatori tarantini, uno dei riferimenti del movimento conversando con un giornalista: ora al siderurgico non entra più nessuno. Il giornalista, che gode naturalmente della massima fiducia di questo giornale telematico, commenta così: adesso è game over sul serio. Motivo della rabbia, forse definitiva, dei camionisti: nel decreto, comprensivo di emendamenti,approvato oggi in Senato grazie a un voto di fiducia, manca secondo gli autotrasportatori un requisito per loro fondamentale, la prededucibilità dei loro crediti. Cioè, i trecento vogiono certezze, di non finire nella massa fallimentare del colosso siderurgico in ginocchio. Nel decreto ritengono di non avere trovato tali certezze. E se finora avevano fatto entrare trenta, poi venti, poi dieci tir al giorno, per non annullare la produzione e non passare, loro, per i responsabili di un fallimento che è di altri, la dichiarazione odierna, chissà se destinata a divenire ufficiale, inizia a mettere una o più pietre tombali sul caso Ilva. Taranto al calor bianco, non per il calore degli altiforni ma per la ribollente tensione di chi teme un disastro. Anche per le famiglie, anche per i salvadanai dei figli, da cui si è attinto per andare avanti, visto che da otto mesi, quei camionisti, non vedono un centesimo dei quindici milioni di euro spettanti.
(foto: repertorio)