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Sciopero dei postini, da oggi per un mese I sindacati (Cisl esclusa) hanno proclamato nel tarantino l'agitazione: niente prestazioni aggiuntive al recapito

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Esclusa la Cisl, gli altri sindacati sono organizzatori dello sciopero. E si scusano per il disservizio, che sarà inevitabile, nei confronti della cittadinanza.

Da oggi per un mese, nel tarantino, i portalettere di Poste italiane non faranno prestazioni aggiuntive al recapito. Perché? “Per frenare la deriva”. Lo avevano spiegato in un comunicato i responsabili territoriali di Slc Cgil, Uilpost, Failp Cisal, Confsal comunicazioni e Ugl comunicazioni: “totale inadeguatezza mostrata dal ramo aziendale tarantino dedicato al Recapito (la RAM 2) che, in nome di sole scelte clientelari e di circostanza, non riesce ad organizzare i lavoratori in maniera adeguata per esercitare un servizio, come quello della consegna della posta, che nei fatti corrisponde ad un diritto di ogni cittadino. Non è necessario, da parte nostra, ribadire quali sono i disservizi a cui i cittadini sono quotidianamente sottoposti: corrispondenza mai consegnata o dispersa o consegnata con estremo ritardo, bollette o atti giudiziari consegnati dopo la scadenza, scarsissima efficienza alle domande poste dalla clientela.Di fronte ad un disagio così acclarato che provoca due danni enormi (quello ai lavoratori postali che subiscono in prima istanza la totale disorganizzazione aziendale e quello ai cittadini), un’azienda ‘normale’ chiamerebbe tutte le parti coinvolte, tirerebbe una linea e proverebbe a trovare le soluzioni a questi costanti disservizi”.

Invece, secondo quelle organizzazioni sindacali, “Poste italiane continua semplicemente ad imperversare nella disorganizzazione, trasferisce nella provincia di Lecce i lavoratori tarantini con la giustificazione di un inesistente esubero di personale quando nella realtà non si riesce a garantire un servizio decente nemmeno con l’organico al completo (come del resto è dimostrato dal continuo via vai di clienti negli uffici postali e la pioggia di reclami in tutto il territorio di Taranto e provincia) utilizzando nell’individuazione delle risorse da movimentare un’assoluta mancanza di trasparenza anteponendo logiche clientelari alla risoluzione dei problemi dei lavoratori dipendenti e dei cittadini”.


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