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Trivellazioni in Adriatico, interrogazione alla commissione Ue

mare adriatico

Di seguito un comunicato diffuso da Piernicola Pedicini, deputatoal parlamento europeo:

Finalmente il governo italiano ha avviato le consultazioni con la Croazia sulle trivellazioni offshore nel mar Adriatico. Le proteste degli ambientalisti e del M5s hanno aperto gli occhi al ministro dell’Ambiente italiano Galletti e lo hanno spinto a chiedere e a ottenere la possibilità di partecipare alla Valutazione ambientale strategica (Vas) transfrontaliera italo-croata sul Piano delle estrazioni di Zagabria per lo sfruttamento di gas e petrolio nei giacimenti davanti le sue coste.

In base agli accordi presi, le osservazioni del governo e delle regioni adriatiche italiane potranno essere trasmesse al governo croato entro il 20 aprile prossimo.

Tutto questo però non basta, tant’è che il portavoce eurodeputato Piernicola Pedicini, come primo firmatario, ed altri cinque portavoce del M5s hanno presentato un’interrogazione alla Commissione europea per chiedere che intervenga per far rispettare alla Croazia tre direttive comunitarie in tema di tutela degli ecosistemi marini.

La Croazia – è scritto nell’interrogazione – ha avviato nelle scorse settimane un piano di sfruttamento dei fondali marini nel novanta per cento del mare Adriatico di sua pertinenza. Tre dei ventinove permessi di ricerca fino ad ora rilasciati distano a pochi chilometri dall’area Natura 2000 “Isole Tremiti” e dall’area Natura “Trezze San Pietro Bordelli” sito marino di interesse europeo. Le procedure per l’assegnazione dei diritti di ricerca di idrocarburi sono state espletate nonostante la valutazione ambientale strategica (Vas) non si sia ancora conclusa e disattendendo la Convenzione di Espoo applicata ai contesti transforalieri. Inoltre, la mancata previsione di restrizioni all’attivitá di ricerca d’idrocarburi, oltre alla violazione del principio della precauzione, contrastano col protocollo offshore della Convenzione di Barcellona.

Per tutte queste ragioni – viene, infine, evidenziato nell’interrogazione del M5s Europa – si chiede alla Commissione europea di spiegare come intende intervenire nei riguardi della Croazia per fare in modo che rispetti le normative comunitarie ed internazionali riferite alle ricerche per le estrazioni petrolifere in mare.

“Le licenze concesse dalla Croazia – ha commentato Pedicini, in qualità di coordinatore della Commissione ambiente del Parlamento europeo – coinvolgono quaranta mila chilometri quadrati di mare chiuso fra sei Paesi: Croazia, Italia, Grecia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro e Slovenia. Si tratta di una superficie che interessa mezzo mare Adriatico che da sempre costituisce un patrimonio naturale e una fonte di ricchezza per il turismo e per la pesca per oltre 1700 chilometri di costa continentale e circa quattromila chilometri di coste per circa 1200 isole. L’Italia e la Ue, non possono restare a guardare – ha sottolineato Pedicini – le trivellazioni croate, oltre a mettere in pericolo l’Adriatico, offrono un ulteriore motivo a coloro che sono favorevoli al petrolio perché possono dire che non c’è motivo di evitare di trivellare i nostri mari se i paesi confinanti lo fanno”.


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