“Ho chiesto al commissario di incontrarci – spiega l’eurodeputata – In casi simili a quello pugliese, l’eradicazione non ha funzionato. Nel parere scientifico dell’EFSA in merito al caso salentino, si evidenzia come ci siano diversi elementi che rendono impraticabile l’eradicazione. Si dichiara molto alta l’incertezza e molto bassa la fattibilità tecnica, soprattutto nel caso dell’ulivo, che ha un alto valore sociale e culturale che genera resistenza pubblica”.Per tutte queste ragioni, conclude D’Amato, “ho chiesto che venga dato seguito al parere scientifico di un’autorità Ue, ossia l’EFSA, e che soprattutto si rendano pubblici i dati scientifici che sono stati raccolti finora sulla Xylella. Non si possono abbattere gli ulivi senza che vi siano prima le adeguate certezze scientifiche. Meglio rellentare la diffusione nell’attesa di trovare una soluzione più praticabile ed efficace”—–
“L’Unione europea dovrebbe aprire una procedura di infrazione contro l’Italia per il mancato rispetto della normativa europea che regolamenta i tempi di pagamento dei fornitori da parte delle Pubbliche amministrazioni italiane”.
Lo hanno chiesto con un’interrogazione alla Commissione europea Piernicola Pedicini e altri quattro portavoce eurodeputati del M5s.
“Questi ritardi – è scritto nell’interrogazione – comportano costi importanti per le aziende creditrici, ed in particolare per le piccole e medie imprese italiane. Nel nostro Paese i tempi medi di pagamento delle strutture sanitarie pubbliche verso i fornitori sono di 172 giorni, con un debito registrato di circa tre miliardi e mezzo di euro. In alcune regioni italiane, quali la Calabria e il Molise, – viene sottolineato dai portavoce del M5s – i tempi medi di pagamento superano addirittura i 600 giorni, come nel caso dell’Azienda ospedaliera Mater Domini di Catanzaro (1459 giorni) o l’Azienda sanitaria regionale di Campobasso (653 giorni).
La Direttiva della Ue 2011/7 fissa il limite di 30 giorni, prorogabile fino a 60 giorni, per il tempo delle transazioni commerciali fra imprese private e pubbliche amministrazioni.
In Italia questa norma non viene rispettata, quindi – hanno concluso Pedicini e gli altri quattro portavoce del M5s – è urgente un intervento da parte della Commissione europea a tutela dei diritti delle imprese fornitrici italiane”.