Di seguito un comunicato diffuso da Agrinsieme Taranto:
Ci sarà una delegazione delle organizzazioni di categoria tarantine domani, martedì 31 marzo 2015, alla giornata di mobilitazione nazionale organizzata a Roma da Agrinsieme.
Una manifestazione, fortemente voluta dal coordinamento tra Confagricoltura, Cia e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, cui parteciperanno agricoltori provenienti da tutta Italia con un obiettivo comune: chiedere più attenzione per il settore.
In mattinata si terranno tre sit-in organizzati in punti nevralgici del “potere romano”: davanti alla Camera dei Deputati, al ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali ed al ministero dell’Economia e delle Finanze.
Una protesta sui luoghi della democrazia e della decisione – fa notare Agrinsieme di Taranto – dove si giocano i destini di un settore fondamentale come l’agricoltura, che ha grandi potenzialità e grandi numeri ma anche notevoli difficoltà a restare in maniera competitiva sul mercato.
Una mobilitazione che domani avrà il suo culmine, dopo settimane di proteste e di provvedimenti governativi che, invece di sostenere il mondo agricolo, lo hanno ulteriormente appesantito. Il carico burocratico e fiscale – sottolinea Agrinsieme – sta diventando insostenibile per le aziende. A maggior ragione dopo l’epilogo infelice dell’Imu agricola, che ha aggiunto un’imposta profondamente ingiusta alla già difficile situazione di migliaia di agricoltori. Ma la nostra mobilitazione non si ferma alla protesta, perché a Roma andiamo a portare proposte sostenibili per un’agricoltura nuova e capace di produrre reddito.
C’è un obiettivo chiaro – rimarca Agrinsieme – nel nostro orizzonte: l’agricoltura vuole farsi sentire, alzando la voce se necessario, chiede la giusta attenzione del Governo e delle Istituzioni, anche quelle regionali, per potersi sviluppare e creare lavoro. In pratica, per essere un reale fattore di crescita, dando sostanza economica alle stime di carta degli esperti. Ma per far ciò servono interventi legislativi lungimiranti ed investimenti mirati. Meno burocrazia e meno fiscalità ma, purtroppo, l’Imu agricola va nella direzione esattamente opposta.