Massimo D’Alema, presidente della fondazione Italianieuropei, è intervenuto alla presentazione del saggio pubblicato dalla fondazione. Intervenuto all’università di Bari, D’Alema: nell’aula magna dell’ateneo la presentazione del volume. Ci sono scritti di economisci e politici, si analizza la situazione del sud Italia. Un convegno molto ricco di contenuti.
Poi, caso vuole che proprio in questi gionri sia spuntata fuori un’intercettazione telefonica, a margine dell’inchiesta che ha portato in carcere 11 persone fra cui il sindaco di Ischia. Nell’intercettazione si parla di D’Alema, di vino comprato dalla sua tenuta, di libri. Il punto è che D’Alema non è indagato, non c’è alcun riferimento a sue partecipazioni a presunte tangenti, e ci si è trovato in mezzo, al polverone mediatico, con l’intercettazione. Lui si è infuriato, ha chiesto l’intervento di Consigli superiore della magistratura e Associazione nazionale magistrati facendo un sacrosanto discorso di principio (non risulta lo abbia fatto con gli stessi toni, ad esempio, anche per Maurizio Lupi, parimenti non indagato). Bene: a Massimo D’Alema, a margine del convegno di Bari, un giornalista del tg2 ha chiesto una cosa sulla questione del vino. “Mi dia il suo nome, intendo querelarla” ha ribattuto, fra l’altro, l’ex premier.
(foto. fonte la rete)