Mentre il dibattito sulla legalizzazione della cannabis si è riacceso nelle ultime settimane anche in Parlamento, a Lecce due esponenti dei giovani del Pd Diego Dantes e Emilio Micocci hanno scritto una lettera al sindaco Paolo Perrone, al Presidente e ai Capigruppo del Consiglio Comunale per chiedere che anche nella città pugliese, come in molte altre d’Italia, vengano organizzati incontri e appuntamenti dedicati al tema della legalizzazione e dell’antiproibizionismo.
Nella lettera, è evidente l’invito rivolto alle istituzioni locali affinché si attivino per sviluppare “strategie di prevenzione, campagne di sensibilizzazione e informazione sull’uso problematico e l’abuso di sostanze stupefacenti”, ma contemporaneamente si muovano all’interno degli enti nazionali per promuovere la regolarizzazione del mercato della cannabis, una realtà che oramai ha raggiunto dimensioni enormi e che ogni giorno arricchisce le tasche della criminalità organizzata.
Oltre al Pd, anche alcuni membri del M5S hanno appena presentato in Senato un disegno di legge a favore della cannabis: la proposta dei grillini riguarda in particolare la possibilità per tutti i maggiorenni di autoprodurre marijuana per uso personale attraverso la coltivazione dei semi di canapa, sui quali è possibile leggere ulteriori informazioni qui, per un massimo di 4 piante ciascuno. Questo per ovviare sia ai problemi legati alla criminalità e allo spaccio, sia a quelli connessi alla cannabis terapeutica, un medicinale a cui oggi è quasi impossibile accedere legalmente, considerati i costi elevati e gli impedimenti burocratici.
In Puglia, come è anche menzionato nella lettera al sindaco di Dantes e Micocci, la legge regionale 33 del 1 agosto 2014 autorizza la Giunta a partecipare a eventuali progetti pilota in collaborazione con lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze, attualmente l’unico ente italiano autorizzato a produrre farmaci cannabinoidi. La Puglia, inoltre, è una delle poche regioni italiane che hanno introdotto provvedimenti specifici per l’erogazione dei medicinali a base di cannabis rimborsabili dal Servizio Sanitario Regionale (SSR).
Tuttavia, la cultura radicata a livello collettivo rispetto alle droghe leggere e le politiche repressive tuttora in vigore nel Paese hanno avuto costi elevatissimi, dal punto di vista sociale, sanitario e giuridico. Ecco perché è diventato ormai necessario “disciplinare, limitare e penalizzare l’uso delle droghe leggere, sul modello di quanto si fa per alcol e tabacco”, come propone la campagna nazionale antiproibizionista.
Sono stimati attorno ai 4/5 milioni gli italiani che ogni giorno fanno uso di cannabis, per scopi medici o ricreativi, rivolgendosi ai piccolo o grandi spacciatori. Se lo Stato regolarizzasse il mercato illecito della marijuana, potrebbe ricavarne un extragettito di diversi miliardi di euro annui. Dal punto di vista scientifico, inoltre, diverse riviste autorevoli hanno già pubblicato vari studi dai quali si evince che la cannabis sarebbe meno dannosa di alcool e tabacco. Di questi argomenti si discuterà anche a Milano il prossimo 20 aprile, in occasione dell’evento dal titolo “L’erba voglio (legalizzare è giusto e conviene)”.