Secondo l’accusa, quello rinvenuto in un fabbricato rurale ad Avezzano era un laboratorio clandestino di produzione alimentare. Conserve vegetali, nello specifico. Quindici tonnellate di alimenti ritenuti in pessimo stato di conservazione e confezionati irregolarmente, in quel fabbricato, finite sotto sequestro, in conseguenza del controllo operato dai militari del nucleo antisofisticazioni (Nas) dei carabinieri. Il fabbricato è di proprietà di un cinquantenne di Cerignola, il quale è stato denunciato. Le etichette dei prodotti si riferiscono ad un’impresa la cui sede, è scritto appunto nelle etichette, si trova a Cerignola: ma nella realtà, secondo l’accusa, a Cerignola, quella ditta, non c’è.
In aggiunta a olio di varie composizioni (oliva, palma, girasole, ad esempio) rinvenute, secondo l’accusa, tonnellate di olive ammuffite che, con l’ausilio di acqua di pozzi della zona, venivano “addolcite” e ripulite per poi essere confezionate. Quel centro di produzione, si è scoperto da documentazione contabile, riforniva anche bar e ristoranti della zona.